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Le segretarie: "Bossi sapeva tutto"

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Umberto Bossi lascia a bordo della sua auto la sede della Lega in via Bellerio

"Carte false per investire in Tanzania"

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«Fedele alla Lega fino alla fine». Nella tarda serata di mercoledì 4 aprile, la responsabile amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, lascia la procura di Milano dopo esser stata ascoltata per ore dagli inquirenti: «Sarò fedele fino alla fine», ripete davanti a taccuini e telecamere. Bè, insomma. La donna ha appena ammesso a Woodcock e compagni che nelle casse della Lega circolavano fondi «in nero», in contanti. «Sono tranquilla, non è stato faticoso rispondere alle domande», spiegava invece, lasciando la procura dopo gli interrogatori, Daniela Cantamessa, segretaria particolare di Umberto Bossi fino al 2005. «Non è stato faticoso», nel suo caso, raccontare ai pm che l'Umberto «sapeva tutto». Adesso le parole delle segretarie fanno termare il partito. FONDI IN NERO IN CASSA A riferirlo ai pm di Milano e Napoli è la segretaria amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, sentita come testimone il 3 aprile. «Mi si chiede se siano entrati nelle casse della Lega soldi in contante in nero. Sì - conferma - mi ricordo che, alcuni anni fa, l'ex amministratore della Lega, Balocchi, portò in cassa 20 milioni di lire in contante dopo essersi recato nell'ufficio di Bossi». Ai magistrati che le fanno ascoltare l'intercettazione di una conversazione con Belsito chiedendole chiarimenti, Dagrada spiega: «Castelli stava insistendo per vedere i conti del partito e quindi io consiglio a Belsito di riferire al capo Umberto Bossi, vista la consistenza delle spese sostenute per la famiglia Bossi, di non permettere a Castelli di fare questi controlli e che quindi per poter continuare a pagare le spese della famiglia bisognava fare ricorso al "nero", cioè ad incassare liquidità senza registrazione contabile alcuna». BOSSI SAPEVA TUTTO Ad avvertire Bossi delle anomalie nella gestione della cassa sarebbe stata l'altra donna della segreteria, Daniela Cantamessa, alla quale i pm fanno ascoltare la registrazione di una telefonata con Dagrada. «Io stessa - spiega - avevo avvisato Bossi delle irregolarità del Belsito, o meglio della sua superficialità ed incompetenza e del fatto che la Rosi Mauro era un pericolo. Non nominai a Bossi la moglie perché mi sembrava indelicato». LE SPESE MEDICHE DI UMBERTO Con i soldi della Lega sarebbero state pagate anche le cure a Bossi, colpito da un ictus nel 2003. A rivelarlo ai pm milanesi e napoletani è sempre Dagrada. «Per quanto attiene il ricovero di Bossi nel 2003 - fa mettere a verbale - le spese per la Ildebrand di Varese sono state anticipate dalla Lega e poi l'amministratore Balocchi successivamente se li è fatti rendere da Bossi, credo per circa 100.000,00 euro. Quando poi Balocchi ha avuto problemi di salute è stato affiancato del ruolo di amministratore da Belsito. Per quanto ritiene le spese - aggiunge - circa un migliaio di euro dal Cardiocentroticino di Lugano, nel 2010-2011 sono state pagate dalla Lega e non mi risulta siano stati pagati dai Bossi». IL RICATTO DI BELSITO Esisterebbe un colloquio registrato tra Belsito e Umberto Bossi. A parlarne è Nadia Dagrada. «Belsito - fa mettere a verbale - mi ha sicuramente detto di aver registrato un suo colloquio con l'onorevole Bossi, colloquio nel quale gli aveva "ricordato" tutte le spese sostenute nell'interesse personale della famiglia con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico. Non so se Belsito abbia effettuato tale registrazione - aggiunge la donna - Mi disse solo di voler utilizzare tale registrazione come strumento di pressione dal momento che volevano farlo fuori». Tale registrazione, comunque, non è stata trovata tra il materiale finora sequestrato.  IL DIPLOMA DI RENZO Nuovi dettagli sul pagamento degli studi di Renzo Bossi: «Dal 2010 sta prendendo una laurea a Londra ed è stato spesato dalla Lega con 130mila euro», racconta Dagrada ai pm. TUTTO INIZIA CON LA MALATTIA «La situazione - spiega Dagrada - è precipitata dopo la malattia di Bossi. Dopo il 2003 c'è stato "l'inizio della fine": si è cominciato con il primo errore, consistito nel fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell'onorevole Speroni». LE MANCATE VACANZEFino alle mancate vacanze: «Voglio dire che Belsito ha pagato al segretario Bossi ed alla sua famiglia, con i soldi della Lega, provenienti dai contributi pubblici, un soggiorno estivo nel 2011 ad Alassio. E che è stato pagato regolarmente dalla Lega ma non è stato fatto dai Bossi perché il segretario ebbe un infortunio al braccio qualche giorno prima».

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