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A Radio Padania va in onda la delusione

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Qualcunoprova a difendere la classe dirigente leghista e lo stesso Senatur, sostenendo che le inchieste «sono una mossa politica per denigrare la Lega» e «se il figlio di Bossi è arrivato lì vuol dire che non c'era altra gente disponibile». Ma la maggior parte delle telefonate sono di leghisti amareggiati e delusi. E c'è chi arriva a paragonare il leader storico della Lega a Bettino Craxi, uno dei simboli considerati dal «popolo padano» emblema del centralismo romano e della I Repubblica. «Nella Lega vedevamo un partito diverso e dei militanti diversi - dice Maria da Genova - ma quando tirarono le monetine a Craxi non era forse per la stessa ragione che stiamo vedendo in questi giorni? Io detesto i giornalisti - chiarisce la signora - però non bisogna dire che la Lega è fuori da quel sistema: se è venuta fuori questa storia del figlio di Bossi qualche perplessità bisogna averla. Da lui non ce l'aspettavamo ed è una ulteriore delusione di questa Italia». Giorgio da Monte Brianza, incalza. «Chi l'ha nominato Belsito? Onore delle armi a Bossi, ma stiamo attenti perché c'è molto scontento in giro. L'unica soluzione e' Maroni segretario». Il paragone con Craxi però scatena la reazione della frangia «innocentista»: un ascoltatore da Sesto San Giovanni ribatte che «Craxi ha preso le tangenti, quelli della Lega sono finanziamenti che teoricamente sono proprietà della Lega stessa, non sono soldi sfilati da tasche citadini con tangenti occulte. Noi abbiamo usato male i soldi – aggiunge – ma non abiamo preso le tangenti».

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