Dalla riforma del lavoro alla nuova «grana» fiscale sull'Imu, dalla mobilitazione della Cgil sulle pensioni (soprattutto quelle per i cosiddetti esodati) alle fibrillazioni nei partiti che sostengono il suo governo.
Ricucitolo strappo con le forze politiche dopo l'incidente diplomatico sul consenso di cui godono governo e partiti, il premier torna in Italia con il dossier aperto dell'articolo 18 e provvedimenti cruciali ancora da approvare in Parlamento. In settimana, probabilmente già domani, dovrebbe riunirsi il consiglio dei ministri anche se formalmente il ddl lavoro non tornerà all'esame dell'esecutivo che lo ha già approvato. Il ministro Fornero ha assicurato che la trascrizione del documento passato al vaglio della riunione collegiale in un testo di legge non ha comportato alcuna variazione. Il testo arriverà quindi così com'è in Parlamento e lì si cercherà quella difficile sintesi politica necessaria alla sua approvazione. Ieri Renato Schifani, presidente del Senato, la Camera dove il ddl lavoro dovrebbe approdare, ha assicurato la possibilità di licenziare il testo in 30-40 giorni. Sempre il Senato potrebbe essere la sede dove risolvere un'altra grana difficile per il governo dopo che ieri i Caf hanno lanciato l'allarme sulla necessità di chiarimenti per i versamenti della prima tranche della nuova Imu. Se il governo volesse intervenire in quella sede deve sbrigarsi: il testo viene licenziato in commissione oggi e domani andrà in Aula. Stessa tempistica per il decreto semplificazioni, all'esame della Camera. Il testo va in Aula oggi, sempre con l'obiettivo di essere varato in settimana. Intanto è scontro nell'esecutivo sul caro-energia dopo che il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha preannunciato un decreto che, per fermare il rincaro delle bollette, potrebbe prevedere uno stop agli incentivi sulle rinnovabili. Ipotesi avversata dal collega all'Ambiente, Corrado Clini. E si alza la temperatura anche sul nodo degli «esodati»: dopo il richiamo del Quirinale e in vista della manifestazione della Cgil indetta per il 13 aprile, ieri il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo ha annunciato che i lavoratori che hanno firmato un accordo con la loro azienda potrebbero opporre la nullità dell'intesa, perchè così prevedono «i principi generali dell'ordinamento giuridico».