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La batosta dell'Imu non risparmia nemmeno gli affitti

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Nelgiro di poche settimane sulla casa si è abbattuta la mannaia delle imposte, sotto forma di Imu ma anche di tagli alle deduzioni. Non c'è tregua nemmeno per gli immobili detenuti dagli italiani all'estero. Le conseguenze si faranno sentire a stretto giro, a cominciare dal versamento dell'acconto dell'Imu e a medio termine quando andranno in scadenza gli attuali contratti di affitto. Sarà inevitabile per i proprietari di seconde case saricare le maggiori imposte sulle locazioni che subiranno un'impennata rendendo ancora più difficile e inaccessibile il mercato delle locazioni. Partita come una tassa più alta dell'Ici, l'Imu si profila pesantissima perchè i Comuni alle prese con i deficit di bilancio sono tentati di applicare l'aliquota massima (Roma l'ha già annunciato). Si parte in modo soft con l'acconto da versare entro il 18 giugno. L'aliquota di riferimento per le abitazioni principali è pari allo 0,4% sulla rendita catastale originaria rivalutata del 5% e moltiplicata per 160. Dalla somma così ottenuta si detraggono 200 euro più altri 50 euro per ogni figlio di età inferiore a 26 anni se residente nella stessa abitazione. L'aliquota standard per gli altri immobili è dello 0,76% calcolato senza nessuna ulteriore detrazione e su una base imponibile che si ottiene: a) per le case e i box effettuando lo stesso calcolo indicato sopra per le abitazioni principali; b) per i negozi aumentando la rendita del 5% e moltiplicando il risultato per 55; c) per gli uffici e gli studi professionali aumentando la rendita del 5% e moltiplicando il risultato per 80. L'acconto di giugno sarà pari alla metà dei risultati così ottenuti. Ma non finisce qui giacchè le aliquote definitive saranno conosciute solo a fine settembre. Il Governo ha previsto un gettito complessivo di oltre 21 miliardi di euro dall'imposta, ma solo a luglio, sulla base degli introiti degli acconti, potrà rimodulare le aliquote in modo da conseguire l'obiettivo prefissato; entro la fine dell'estate l'esecutivo varerà le regole definitive e solo successivamente le amministrazioni municipali potranno adottare (termine ultimo il 30 settembre) le delibere. Il decreto Salva Italia lascia un discreto margine di manovra ai Comuni, che possono far variare le aliquote per l'abitazione principale dallo 0,2 allo 0,6%, mentre l'oscillazione per gli altri immobili può andare dallo 0,46 all'1,06%, con possibilità di scendere allo 0,4% per gli immobili locati e per quelli posseduti dalle persone giuridiche. Alcune associazioni di categoria, a cominciare dalla Confedilizia, hanno fatto delle simulazioni dalle quali risultano aumenti della tassazione totale sull'abitazione anche fino al 2.000%. Sulle seconde case si rischia di pagare il quadruplo di prima. Facciamo un'ipotesi: proprietario di una casa di abitazione con rendita originaria di 1000 e senza figli dovrà pagare entro il 18 giugno 236 euro; a dicembre la sua situazione potrà invece variare molto: se il Comune scegliesse di tassargli la casa allo 0,2% maturerà un credito di imposta di 100 euro; se invece adotterà l'aliquota dello 0,6% dovrà versare altri 572 euro. Il che significa che c'è un'oscillazione di circa 670 euro. Le deduzioni si limitano a 200 euro per la prima casa e a 50 euro per ogni figlio sotto i 26 anni se residenti nella stessa abitazione.Non solo. Il disegno di legge sul Lavoro ha peggiorato la situazione per gli affitti. Chi non applica la cedolare secca si vedrà allargare dall'85% al 95% dei canoni percepiti, la base imponibile su cui calcolare la tassazione. Inoltre non ci saranno aiuti per chi affitta. I proprietari di seconde case date in locazione dovranno applicare su di queste l'intera aliquota Imu. L.D.P.

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