«Roma ladrona» paga al Carroccio 75 milioni di rimborsi elettorali
Inquesta legislatura, cioè dal 2008 – secondo una indagine fatta da «Linkiesta» – il partito ha avuto dallo Stato ben 75.564.917 euro di rimborsi elettorali. Ai quali vanno aggiunti anche gli 8 milioni di euro che sempre dalla tanto vituperata «Roma ladrona», cioè dal governo, sono piovuti sulla testa del quotidiano leghista «La Padania». Ai rimborsi elettorali poi si aggiungono più di un milione di introiti dal tesseramento e 10 milioni di autofinanziamento. In particolare risulta munifico Matteo Brigandì che ha dato al partito oltre 100mila euro. Da Bossi invece nemmeno un euro. Maroni da parte sua ha girato al Carroccio 29 mila euro, Calderoli 37 mila. Economicamente la Lega gode di una salute di ferro: l'ultimo bilancio reso pubblico del Carroccio è quello del 2010 ed è firmato dall'ex tesoriere Francesco Belsito e controfirmato da Bossi e si chiude con un avanzo di 8 milioni 118 mila euro su un giro di affari di 36,4. Un utile in crescita anche rispetto al 2009 di ben 600 mila euro. Le disponibilità liquide invece ammontano 31,6 milioni di euro sparsi su conti correnti bancari e postali. Ma quanti sono stati negli anni i rimborsi elettorali finiti nelle casse della Lega? Nel 2008 ammontavano a 17.058.737, nel 2009 sono saliti a 18.452.452, nel 2010 sono arrivati a 22.506.486 mentre nel 2011 sono scesi a 17.547.242. Se poi si scorre il bilancio del 2010 si scopre che i depositi bancari della Lega arrivano a 30,5 milioni di euro ma gli oneri bancari sono stati ben 42.254 euro e gli introiti solo 71.716 euro. L'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, ha forse deciso per questo di diversificare gli invetimenti. E, come ha ricostruito un'inchiesta de «Il Secolo XIX», ha destinato quasi 13,5 milioni di euro a una serie di operazioni off-shore: 4,5 milioni di euro nella Purchase Investment Funds Tanzania, 1,2 milioni a Cipro, 7,7 milioni di corone norvegesi (equivalenti a un milione di euro) al 3,5% di interessi. La cassaforte della Lega, però, è la Pontida Fin, che ha in mano tutto il patrimonio immobiliare del partito, valutato nel 2010 13,1 milioni di euro. Dentro ci sono il palazzo di via Bellerio, sede del Carroccio, un appartamento in piazza Cinque Giornate a Milano, una cascina in provincia di Varese e addirittura il prato di Pontida, dove si svolge il raduno annuale dei leghisti. Ma scorrendo il bilancio ci sono anche altre curiosità. Il partito, ad esempio, è proprietario di una parco automezzi, con il quale si spostano i leghisti, valutato in 852 mila euro. E mantenerlo non costa poco: nel bilancio 2010 le spese tra benzina, bolli e assicurazioni sono arrivate a 91 mila euro. Pa. Zap.