Di Pietro senza freni: "Quelle morti sono sulla coscienza di Monti"
Per Antonio Di Pietro i suicidi a ripetizione di imprenditori e cittadini afflitti dalla crisi pesano sulla «coscienza» di Mario Monti. Ma non finisce qui, il leader dell'Italia dei Valori accusa il premier di «dire le bugie sulla crisi che sarebbe finita». Parole durissime che scatenano una ridda di reazioni contro l'ex pm. Sui suicidi Monti non replica se non per invitare genericamente tutti ad «avere senso della misura», ma sulla crisi reagisce secco: «Non ho mai detto che la crisi è finita». L'attacco di Antonio Di Pietro a Monti arriva nell'Aula della Camera prima del voto finale sul decreto semplificazioni. Di Pietro prima apostrofa il governo come «ladro», «latitante», «al servizio delle lobby» ed in continuità con Berlusconi. Poi sgancia la «bomba»: «Mentre il presidente Monti, che non viene in Parlamento, va soltanto a raccontare le bugie sui giornali sulla crisi che sarebbe finita, vi sono persone che non arrivano a fine mese che si stanno suicidando». «E lei - accusa l'ex pubblico ministero di Mani Pulite - ce li ha sulla coscienza questi suicidi». In Aula si scatena subito la reazione alla frase shock. «E tu quanti ne hai sulla coscienza, di suicidi?» gli urla un deputato anticipando il «tam tam» contro Di Pietro che si scatena su alcuni social network in cui è chiamato in causa per le morti ai tempi di Tangentopoli. «Ferma condanna» per Di Pietro esprime subito Francesco Boccia (Pd), mentre di «frasi agghiaccianti» parlano Vittoria Franco (Pd) e Benedetto della Vedova (Fli). «Scegliere, come ha fatto l'ex magistrato ed ex ministro della Repubblica – aggiunge quest'ultimo – la logica del "tanto peggio, tanto meglio", strumentalizzando le difficoltà di tanti italiani, è da irresponsabile». E dal Pdl Maurizio Lupi definisce le parole di Di Pietro «irresponsabili», perché «offendono la memoria di tutti coloro che la crisi ha spinto verso il gesto disperato del suicidio». «Invece di colpevolizzare il presidente Monti – prosegue – il leader dell'Italia del Valori farebbe bene ad abbassare i toni per evitare che una situazione già tesa peggiori. Non strumentalizziamo i morti: piuttosto lavoriamo tutti insieme per evitare che certi gesti si ripetano». E alla fine solo Belisario difende Di Pietro, a suo dire «attaccato dai sepolcri imbiancatì» della maggioranza. «Il problema - afferma - è che i vari provvedimenti approvati a colpi di fiducia sono un monumento all'iniquità. Mentre i cittadini sono già esasperati dalle enormi difficoltà economiche si pensa di cancellare l'articolo 18 e si decide di far pagare la crisi alle fasce sociali più deboli, non agli evasori, ai corrotti e agli speculatori». «Chi è colpevole di questi continui schiaffi alla giustizia sociale – è la conclusione – abbia almeno la decenza di tacere». E Monti? Prima si trincera dietro un secco «no» a chi gli chiede un commento. Poi precisa: «Non ho mai detto che la crisi è finita. Quello che ho detto parlando ad un pubblico internazionale è che la crisi nell'eurozona è quasi finita e che l'Italia ha contribuito» ha spiegato.