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di Luigi Salomone Aridatece Otello Celletti, aridatece il pizzardone buono, magari un po' eccentrico ma con un cuore grande così proprio come piace ai romani.

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Oraè tutto diverso, cinquant'anni dopo il pizzardone moderno non è più quello che porge il braccio alla vecchietta per attraversare la strada o si preoccupa di aiutare il gatto della bimba a scendere dall'albero al parco, oppure dirige il traffico come farebbe Muti in una prima alla Scala. Le priorità sono cambiate, come le abitudini della gente di Roma che ha trasformato le strade in una giungla dove nessuno vuole fare la fine della gazzella, intesa come animale non come macchina della polizia che va a caccia dei ladri. Premessa d'obbligo Otellone non avrebbe mai chiesto mazzette, non sarebbe mai finito sotto inchiesta perché nella sua purezza c'è la voglia di multare chiunque anche il sindaco Vittorio De Sica come accade in una pellicola entrata nella leggenda. Niente prebende per chiudere un occhio a tavolino selvaggio al massimo qualche multa dimenticata nel blocchetto letale per onorare lo spacco vertiginoso dell'avvenente quarantenne in Mercedes. Ma è giusto non generalizzare perché molti vigili svolgono il loro compito nel pieno rispetto delle regole a volte sobbarcandosi di lavori che non sarebbero nei loro compiti istituzionali. Si sacrificano per la comunità con grande spirito di servizio senza mai cadere nei tranelli che il ruolo gli mette giornalmente davanti. Altri, però, ormai sembrano monatti di manzoniana memoria pronti a dare la botta finale al cittadino distrutto dall'Imu e dall'inflazione. Il vigilaccio moderno, specie se appartenente al sesso femminile, ti prende di sorpresa, sfoga le frustrazioni di una vita, si apposta negli androni dei condomini per colpirti quando dopo due ore fermo nel traffico sei costretto a defilarti sulla preferenziale se non vuoi lisciare l'ennesimo appuntamento: ti multa e ti manda l'avviso a casa qualche mese dopo. «Caro è arrivata una multa, sarà di sicuro tua», dice la moglie al marito ignaro di quello che sta per accadere. Apri la busta col terrore e concordi con te stesso la prima telefonata da fare: è all'anziana mamma per accollarle i punti da togliere sulla patente, infine scopri che in quella via tu non ci sei mai stato e forse è tua moglie che si è presa un diversivo nell'alberghetto di fronte. Ma non solo questo, adesso i «nuovi» pizzardoni girano in coppia (a volte anche in tre), si aggirano furtivi e sì accaniscono anche contro i motorini che sono l'unica fonte di sopravvivenza in questa città uccisa dal traffico. Li guardi mentre appoggiano l'odiato verbale col ghigno luciferino e ti rendi conto che Otellone non c'è più. Ma li vedi pure mimetizzati nelle loro piccole «casette» agli angoli delle strade pronti a salvare il bilancio comunale prendendo le targhe di tutti quelli che violano il codice. Il mondo cambia d'accordo ma il pizzardone resta con tutte le sue contraddizioni. E il romano sogna di ritrovare Otellone nel cuore di piazza Venezia.

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