Calearo: "Ho sbagliato. Mi dimetto"
Non gli hanno perdonato le frasi che ha detto venerdì scorso alla Zanzara su Radio24. Per questo, dopo due giorni di critiche (e minacce), il deputato di Popolo e Territorio Massimo Calearo ha annunciato le sue dimissioni. Anche se poi ha frenato: «Ci rifletterò in questi giorni». Le parole dell'imprenditore prestato alla politica (è stato eletto con il Pd), non sono piaciute a nessuno. Ai cittadini, che hanno protestato sul Web, e ai colleghi parlamentari. È intervenuto addirittura il presidente del Senato Renato Schifani che ha giudicato «inopportune» le sue dichiarazioni. Eccole: «Dall'inizio dell'anno alla Camera sono andato solo tre volte, anche per motivi familiari. Rimango a casa a fare l'imprenditore, invece che andare a premere un pulsante. Non serve a niente. Anzi, credo che da questo momento fino alla fine della legislatura non ci andrò più». Certo, ammetteva, «fino a novembre mi sono divertito a fare il consulente di Berlusconi sul commercio estero, ora non servo più. È usurante andare alla Camera solo a premere un pulsante. Dimissioni? No, perché al posto mio entrerebbe uno del Pd molto di sinistra, un filo-castrista (Andrea Colasio, ndr)». Infine la ciliegina sulla torta: «Con lo stipendio da parlamentare pago il mutuo della casa che ho comprato, 12 mila euro al mese di mutuo. È una casa molto grande». Ieri il deputato è tornato sui suoi passi e ha annunciato che «la settimana prossima o questa vado a Roma dal mio capogruppo e poi me ne torno a casa a fare l'imprenditore». Calearo ha aggiunto: «Ho già parlato con il capogruppo di Popolo e Territorio, Silvano Moffa, chiedendogli un appuntamento per vedere come agire di conseguenza». Quanto alle sue parole, «ho sbagliato e chiedo scusa, non lo rifarei. Ma c'è stato un grande malinteso venerdì durante una trasmissione radiofonica su mie frasi dette probabilmente in maniera goliardica. Le frasi vanno contestualizzate». Invece si è scatenato il finimondo. «Dire che ho ricevuto molti insulti è niente. Sono esterrefatto dalle reazioni che ci sono state sui blog. C'è gente che dice che mi vuol fare la pelle», ha raccontato Calearo. «Da Natale non sono andato in Parlamento perché ho assistito mia moglie che purtroppo è morta il 19 marzo e le tre volte che sono andato a Roma mi sono sentito molto a disagio dopo aver passato le notti in ospedale e le giornate in azienda a fare l'imprenditore», ha spiegato. Quanto alla battuta sullo stipendio da deputato che serve per ripagare il mutuo, «dal mese prossimo lo farò con i soldi da imprenditore». Le reazioni sono state tantissime. Addirittura il deputato del Pd Guglielmo Vaccaro ha registrato un sito internet (www.boicottacalearo.it) per «spingere i suoi clienti a riflettere sull'inopportunità di mantenere rapporti di collaborazione con le aziende di una persona ritenuta indegna della carica ricoperta». Difende Calearo, invece, il capogruppo di Popolo e Territorio, Silvano Moffa. Lo incontrerà oggi. Intanto avverte: «È una gogna mediatica, un'esagerazione. Dal punto di vista umano e imprenditoriale Calearo è una persona seria. Ha detto delle sciocchezze ma ha chiesto scusa, le sue parole non vanno strumentalizzate. Vedo troppi moralisti in servizio permanente».