Berlusconi mediatore per non far saltare il Pdl
Dopo mesi di assenza dalla vita «attiva» del partito oggi Silvio Berlusconi torna a riunire a palazzo Grazioli tutto lo stato maggiore del Pdl. E i problemi da affrontare non sono pochi. Primo fra tutti quello di una formazione che rischia di implodere per le tensioni tra ex, quelli di An e quelli di FI. Con una parte dei primi tentati di tornare alla situazione del '94. Gli screzi sono iniziati con la formazione delle liste per le prossime amministrative. Gli esponenti della corrente di Alleanza Nazionale quasi ovunque hanno insistito per mantenere il nome del Pdl, gli «azzurri» invece in molti casi hanno preferito schierare liste civiche che però, già nel nome, richiamano la vecchia Forza Italia. Così sono nate Forza Lecco, Forza Verona, Forza Gorizia, Forza Monza. Una scelta che infastidisce non poco il segretario Angelino Alfano perché ha difficoltà a contrastarle da un punto di vista mediatico e perché infiammano ancora di più lo scontro tra le componenti del partito. Così come ha dato fastidio la festa di domenica a Milano per il «Secolo d'Italia» che è stata vista troppo «sbilanciata» verso An. Ma a dividere è ancora e soprattutto il testo da approvare sulla riforma della legge elettorale. Se si riuscirà a trovare una sintesi, allora per la riforma ci potrebbero essere margini concreti di proseguire nel cammino parlamentare. Ma in caso contrario si rischia di rinviare tutto alla prossima legislatura. Angelino Alfano nel vertice della scorsa settimana con Bersani e Casini si è spinto molto avanti, dando il suo via libera di massima a una riforma che si ispira al sistema tedesco, metà proporzionale e metà collegi uninominali senza più l'obbligo di coalizione. Un sì che ha messo in allarme gli ex An: il bipolarismo non si tocca, hanno protestato. Il timore è che l'obiettivo sia quello di lasciare campo libero all'ipotesi di larghe intese anche per il 2013, e in questo modo favorire Casini. In effetti una legge come quella tedesca che prevede di formare le alleanze solo dopo il risultato del voto mette di nuovo al centro della scena politica il leader Udc. Il quale non potrà mai vincere le elezioni ma diventerà indispensabile alleato per chiunque arrivi primo. Il vantaggio, spiegano però i sostenitori del nuovo sistema, è che così il Pdl avrebbe la possibilità di tornare a governare. Con l'attuale Porcellum, invece, il Pd – alleato con Sel e Idv – è sicuro di vincere. Ed è questo che spinge Berlusconi a favorire la riforma. Oltre al fatto che il nuovo sistema favorirebbe un accordo con Casini. Ma la preoccupazione degli ex di An riguarda anche le sorti future del partito: troppe le spinte verso un ritorno a Forza Italia. Così oggi, in un direzione che si annuncia infuocata si aspettano parole chiare dal Cavaliere. Il quale però, già nel pranzo di domenica ad Arcore con La Russa, Matteoli e Gasparri, non si sarebbe spinto oltre la garanzia che nessuno intende tornare al passato. Dobbiamo guardare avanti, ha spiegato, consapevoli che gli attuali assetti nel 2013 non varranno più. Il Pdl non può farsi trovare impreparato, ha proseguito, dobbiamo lavorare per costruire la casa dei moderati, anticipare Casini e metterlo di fronte a una scelta obbligata, tornare nel centrodestra. Resta in campo, però, l'ipotesi di «archiviare» il partito per dar vita a un nuovo soggetto che l'ex capo del governo vorrebbe più snello, più giovane e moderno, capace di attrarre l'elettorato scontento.