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Crisi: è povero un italiano su due

Dichiarazione dei redditi

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L'Italia rischia di finire in bolletta, almeno stando ai dati diffusi dal dipartimento delle Finanze del ministero del Tesoro. Le dichiarazioni dei redditi del 2011 (su anno di imposta 2010) fotografano un Paese diviso in due: se, infatti, è vero che il reddito medio degli italiani è pari a 19.250 euro (il totale complessivo dichiarato ammonta a 792 miliardi di euro), è vero anche che il 49% dei contribuenti ha un reddito complessivo lordo annuo che non supera i 15 mila euro e un terzo di loro, in particolare, non arriva ai 10 mila euro l'anno. Solo un italiano su 100, invece, dichiara più di 100 mila euro l'anno, mentre i Paperoni - quelli cioè che guadagnano più di 300 mila euro l'anno - sono solo lo 0,7% del totale: circa 30.590 cittadini. Pochi se raffrontati alle quasi 595 mila auto superpotenti (da 248 cavalli) - e costose - e alle poco meno di centomila barche di lusso (lunghe almeno 10 metri) registrate in Italia secondo gli ultimi rapporti di anagrafe tributaria. Anche se spesso bolidi e yacht risultano essere di proprietà di contribuenti che dichiarano meno di 20 mila euro l'anno (rispettivamente nel 37 e nel 42 per cento dei casi). CONTRIBUENTI Le dichiarazioni Irpef sono state più di 41,5 milioni, in lieve crescita rispetto all'anno precedente (+0,06%) in cui si era verificata una contrazione dei contribuenti. L'incremento di oltre 24.000 contribuenti Irpef ha interessato, da un punto di vista anagrafico, i soggetti con età superiore a 45 anni (+0,8% rispetto al 2009). FASCE DI REDDITO Ben 20,3 milioni di italiani (il 48,80 per cento del totale dei contribuenti) dichiarano un reddito inferiore ai 15.000 euro l'anno. Poco più di 17 milioni (il 41,09%) quelli che guadagnano tra 15 e 35 mila euro. In totale circa il 90% dei contribuenti dichiara meno di 35.000 euro e solo lo 0,07% dichiara redditi maggiori di 300.000 euro: il reddito dei soggetti di questa classe è composto prevalentemente da redditi da lavoro dipendente (43,9%), da lavoro autonomo (20,8%), reddito da partecipazione (15,7%), redditi da pensione (3,3%), fabbricati (3,2%) e redditi d'impresa in regime di contabilità ordinaria (2,7%). ESENTI IRPEF Dall'analisi del ministero emerge anche che circa 10,7 milioni di contribuenti «hanno imposta netta pari a zero», in pratica non pagano l'Irpef. Si tratta di contribuenti a basso reddito compresi nelle soglie di esenzione o la cui cui imposta lorda si azzera con le detrazioni del Fisco. IL PESO DEL FISCO I redditi aumentano nel 2010 dell'1,2 per cento rispetto all'anno precedente. L'imposta netta, però, corre molto più veloce con un incremento del 2,5% (120 euro in più in media): il valore medio, sui redditi del 2010, è arrivato a 4.840 euro contro i 4.720 euro del 2009. L'imposta è dichiarata da circa 30,9 milioni di soggetti, il 74 per cento del totale contribuenti. ADDIZIONALE IRPEF L'addizionale regionale all'Irpef ammonta complessivamente a 8,6 miliardi (+3,7% rispetto al 2009) con un importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre quella comunale ammonta a circa 3 miliardi (+0,4%) con un importo medio pari a 120 euro. L'addizionale regionale media più alta si registra nel Lazio (440 euro), seguito dalla Campania (360 euro), in relazione agli automatismi fiscali previsti in caso di deficit sanitario, mentre l'addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180 euro). PENSIONATI I pensionati italiani sono più di 15 milioni (36,7% del totale contribuenti) e dichiarano un reddito medio da pensione di 14.980 euro, poco più di 1.200 euro lordi al mese. Se si considera il reddito complessivo posseduto da tali soggetti il valore medio sale a 18.280 euro (+22% rispetto al reddito medio da pensione). IMPRENDITORI Sono gli imprenditori i lavoratori più poveri nel 2010, con 18.170 euro di reddito. Seguono i dipendenti (19.810 euro) e gli autonomi (41.320 euro). Come detto, il reddito dei pensionati e di 14.980 euro, mentre quello da partecipazione è di 16.500 euro. Bisogna, comunque, considerare che si tratta di dati medi.  IL SUD PAGA DI PIÙ Contrariamente ai luoghi comuni, sottolinea invece il primo Rapporto annuale Svimez sulla finanza dei Comuni, i cittadini del Sud pagano più tasse di quelli del Nord e del Centro: nel 2010 ogni cittadino del Sud ha versato 298 euro procapite, contro i 385 del Centro e i 410 del Nord. In termini di peso sul Pil le cifre cambiano: il peso delle entrate tributarie sul Pil al Sud è dell'1,74%, al Centro dell'1,34%, al Nord dell'1,36%. Il Sud quindi paga 0,38% in più di Pil di tasse rispetto al Nord.

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