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Casini rinuncia ai privilegi. Bertinotti no

PierFerdinando Casini

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C'era una volta un leader, c'era una volta un'icona delle sinistra. Fausto Bertinotti leader non lo è più da tempo e la stima – rimasta – dei «compagni» probabilmente se la è giocata tutta in un sol colpo con la decisione di non rinunciare ai privilegi che la Camera gli concede ancora in quanto ex presidente di Montecitorio con una norma ad hoc varata giovedì. Norma che volendo tagliare le spese della politica, ha stabilito che i benefit di cui godono gli ex presidenti non durino a vita ma solo per dieci anni. Da quando finisce la legislatura in cui hanno presieduto Montecitorio? No, dalla fine dell'attuale, cioè nel 2013 per coloro che sono stati eletti deputati nelle ultime due legislature. Un «artificio», in pratica, per regalare qualche anno di privilegi in più a tre ex: Pier Ferdinando Casini, Fausto Bertinotti e Luciano Violante, per il quale il taglio sarebbe scattato da subito visto che ha «comandato» l'aula dal 1996 al 2001. Gli esclusi sono solo Irene Pivetti e Pietro Ingrao. L'unico a fare bella figura è stato il leader dell'Udc che ha scritto una lettera all'attuale Presidente Gianfranco Fini spiegando che rinunciava immediatamente a tutti i benefit: «Illustre Presidente ho avuto il privilegio di guidare la Camera dei deputati dal 2001 al 2006 e ritengo di averla servita con onestà ed equilibrio, come da più parti mi è stato riconosciuto. Ho preso atto delle decisioni assunte ieri, a maggioranza, dall'Ufficio di Presidenza in relazione allo status degli ex Presidenti. Ringrazio Lei ed i colleghi ma Le comunico che non intendo avvalermi della delibera e rinuncio, con effetto immediato, ad ogni attribuzione e benefit connessi a questo status». E Roberto Rao, suo uomo-ombra nell'Udc, conferma che la decisione è davvero operativa da subito: «Stiamo già facendo gli scatoloni per liberare gli uffici». Fausto Bertinotti, invece, ha preferito tacere. Per lui, però, hanno parlato i suoi collaboratori che hanno spiegato con un laconico comunicato che l'ex presidente della Camera «si atterrà, come sempre, a quello che ha deciso l'Istituzione». Cioè privilegi per altri dieci anni a partire dal 2013 anche se l'ex leader di Rifondazione ha presieduto Montecitorio durante il breve governo di Romano Prodi dal 2006 al 2008. Velenoso il commento nei confronti di Pier Ferdinando Casini del terzo presidente al quale la Camera ha «regalato» dieci anni di privilegi, Luciano Violante: «Non ho mai partecipato a fiere dell'ipocrisia e non intendo farlo neanche questa volta. Né intendo compiere esibizionismi». Ma anche Violante per ora non intende rinunciare: «Se non interverranno diverse decisioni della Camera deciderò alla fine della legislatura in corso, dopo avere informato i miei collaboratori». Già perché il problema sollevato ad esempio da Irene Pivetti, la quale dovrà rinunciare ai benefici da subito proprio per la nuova norma, è la sorte dei suoi collaboratori. Ogni ex presidente – che tra i benefit ha diritto a un ufficio a Montecitorio e a una macchina con la scorta – ha infatti la possibilità di assumere da 4 a 6 persone nel suo staff. Pietro Ingrao, dall'alto dei suoi 97 anni che ha compiuto proprio ieri, non è stato neppure sfiorato dalla vicenda mentre dell'attuale presidente della Camera, Gianfranco Fini si attende una decisione: farà come Casini e rinuncerà alla fine della legislatura o manterrà uffici, collaboratori e auto blu?

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