Camusso all'attacco di Marchionne: «Non basta la Panda»
Idati disastrosi sul mercato dell'auto hanno subito scatenato la reazione dei "nemici" di Sergio Marchionne. Quale occasione migliore per attaccare l'ad che ha letteralmente stravolto il gruppo Fiat? Non si fa pregare, ovviamente, la leader della Cgil Susanna Camusso: «Torniamo alla domanda che facciamo da tempo. Quali sono i nuovi modelli per riconquistare fette di mercato? C'è un problema generale di vendite, perché non c'è reddito e non c'è distribuzione del reddito ma anche un problema che riguarda un marchio: non basta la Panda per cambiare il trend». Sulla stessa lunghezza d'onda il responsabile auto della Fiom Giorgio Airaudo: «Il governo dovrebbe passare dagli incontri ad personam a una discussione sulle prospettive dell'autoveicolo italiano. È anche arrivato il momento che la Fiat passi dal chiedere sacrifici ai lavoratori e dare lezioni ai sindacalisti a occuparsi dei prodotti». Ma non è solo il mondo sindacale a mobilitarsi contro il numero uno del Lingotto. Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani «tutto il mercato automobilistico è in difficoltà ma, ora, c'è un problema in più per Fiat. Non voglio fare come Marchionne che dà troppo spesso lezioni. Spero che ci sarà la possibilità da parte del Governo di avere una interlocuzione sui progetti industriali senza accontentarsi di quattro battute». Duro Paolo Ferrero (Prc): «I disastrosi dati di vendita della Fiat confermano una impressione che si sta facendo sempre più forte: Marchionne sta distruggendo la Fiat intesa come impresa industriale in grado di produrre automobili e di dare lavoro. È del tutto evidente che gli interessi di Marchionne non coincidono con quelli dell'Italia. Per questo ribadiamo la necessità di nazionalizzare la Fiat».