Non era sua intenzione parlare di riforma del mercato del lavoro italiano da Amman.
Ancorapoche ore, al massimo qualche giorno ma non oltre, ed il disegno di legge sul lavoro sarà sulla sua scrivania, annuncia. Il Capo dello Stato potrà quindi valutare «lo stato dell'arte del progetto preparato dal ministro Fornero» prima del passaggio in Parlamento. La cura proposta da Palazzo Chigi è a fin di bene. Il testo Fornero, con la modifica dell'articolo 18, è nato «nella convinzione che ciò possa agevolare la crescita e favorire gli investimenti in Italia», spiega Napolitano. Dunque, secondo il capo dello Stato, non reggono le critiche secondo cui, così facendo, il governo non si occupa dello sviluppo del Paese. Tempi rapidi - spiega Napolitano - anche perchè bisogna rilanciare velocemente lo «sviluppo» per evitare i rischi di una pericolosa «stagnazione» con effetti devastanti sull'economia e sull'occupazione. Poche ore per l'esecutivo per limare ancora il testo e verificare l'avvenuta intesa tra maggioranza e governo, anche se da queste questioni il Capo dello Stato ritiene opportuno tenersi distante. «Il presidente del Consiglio - spiega - deve esaminare» il testo «e vedrà se è pronto per sottoporlo alla mia firma». C'è un «grumo» di questioni che il governo sta affrontando per «aprire prospettive di crescita» («dal cambiamento del mercato alla flessione della domanda») ma sarebbe meglio se questo lavoro fosse accompagnato anche da «nuove politiche europee di sviluppo». Sull'Italia, poi pesa il debito pubblico che blocca le prospettive di crescita. Intanto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani apre ad una rapida soluzione. «Credo che si possa arrivare a un accordo sull'articolo 18 prima delle elezioni amministrative». La discussione però per Bersani non si può limitare all'articolo 18, «non va sottovaluta l'importanza delle regole per il mercato di lavoro, e voglio che siano affrontate in modo civile, moderno e serio. Però bisogna occuparsi di come dare un po' di lavoro». Anche il leader della Cisl Bonanni spinge per un accordo rapido. «Alla fine non si è arrivati alla soluzione perfetta, anche io ho molte cose da dire, ma per come eravamo partiti abbiamo fatto un buon compromesso». E rilancia la richiesta di rivedere le modifiche sull'articolo 18 adottando il modello tedesco. Ed è una soluzione, dice Bonanni, che anche Confindustria dovrebbe accettare: «Emma Marcegaglia non avrebbe niente di meno rispetto ai suoi colleghi tedeschi». Punta i piedi invece il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Il presidente ha ragione per definizione ma io penso che cambiare le regole del mercato del lavoro di per sè non determina la crescita».