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Monti a Pechino: "Alleati contro la crisi"

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Il premier Mario Monti (D) e il premier cinese Wen Jiabao (S)

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Promuovere il made in Italy ma anche un dialogo «aperto» sui diritti umani. Il lungo viaggio del presidente del consiglio Mario Monti in estremo oriente, è stato «importante e finora tutt' altro che insoddisfacente». Lo ha spiegato lo stesso professore, davanti ad una variegata platea di giornalisti nel corso di una lunga conferenza stampa durante la quale ha anche posto l'accento alcune storture del «Capitalismo». Pechino è la penultima tappa della sua missione asiatica. Monti, che è da ieri in Cina dopo le visite in Corea del Sud e in Giappone, ha aggiunto di essersi sentito «in dovere» di venire a «spiegare» l' Italia, un Paese verso il quale c' è un misto di «simpatia, pregiudizi e difficoltà di comprensione» in una parte del mondo dove «si formano opinioni e si prendono decisioni» sempre più rilevanti, per tutti. «L' Italia - ha proseguito il presidente del consiglio - è un Paese che vuole diventare e sta diventando più discilplinato, più apertamente orientato al mercato, più 'business friendly»'. Il tutto nella convinzione che una rinnovata «fiducia nel nostro paeser e in quello che sta facendo il governo porti a un miglioramento delle già eccellenti relazioni» di Roma con i tre giganti dell' Asia nordorientale. "Tassi e  spread dimostrano che siamo in equilibrio" Dopo aver incontrato il presidente cinese Hu Jintao a Seul, ai margini del vertice sulla sicurezza nucleare, Monti ha visto a Pechino il premier Wen Jiabao, che ha sottolineato la sua fiducia nella «solidità» dell'economia italiana e il suo apprezzamento per le riforme varate dal governo negli ultimi mesi. In seguito, parlando ad una platea di 600 dirigenti cinesi nella Scuola centrale del Partito Comunista Cinese - un enorme campus alla periferia della capitale - Monti, stimolato da una domanda, ha ammesso che la crisi degli ultimi anni è «in parte una crisi del sistema capitalistico». «Vengono i brividi a dire questo nella scuola del Partito comunista ma oggi siamo oltre i pregiudizi ideologici. Io penso che il capitalismo abbia molti punti di vantaggio sul sistema che a suo tempo fu instaurato in Unione Sovietica. Tuttavia, penso che un sistema riesca a mantenersi nel tempo e a migliorarsi se è tenuto sotto pressione da qualche sfida e il sistema capitalista, rimasto l' unico, si è un pò rilassato: negli ultimi decenni abbiamo visto un eccessivo dominio dell' impresa, del capitale, rispetto al settore pubblico, al lavoro, non è stata fatta una manutenzione disciplinante del sistema». Ieri, il suo primo incontro «cinese» di Monti era stato con il presidente della China invesment corporation (Cic), il fondo sovrano cinese, Lou Jiwei, col quale ha concordato la creazione di un gruppo di lavoro congiunto che esamini a fondo le possibilità di collaborazione della Cic con l' Italia. «Le autorità cinesi - ha sottolineato il presidente - si sono dimostrate estremamente informate della situazione in Italia. E si sono impegnate ad indirizzare il sistema cinese verso un maggiore impegno col nostro Paese». Con Wen, ritenuto il principale esponente dell' ala «riformista» del Partito comunista, Monti ha detto di aver parlato «delle rispettive riforme» che i due Paesi stanno portando avanti, decidendo di approfondire la «partnership strategica» che già li lega. «Mi sono rapidamente convinto - ha sottolineato il presidente - che solo un dialogo politico più stretto può portare a rapporti economici più solidi». Monti ha precisato di aver fatto presente a Wen, in un "dialogo aperto" «quante riserve ci sono in Italia e in Europa» sulla situazione dei diritti umani in Cina, dove il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo sta scontando una pena ad 11 anni di carcere per «sovversione» e 33 monaci e civili tibetani si sono dati fuoco negli ultimi 12 mesi per protestare contro quella che ritengono essere «l'oppressione cinese». Monti ha aggiunto di condividere l'opinione espressa durante la sua visita in Cina, due anni fa, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo la quale temi delicati come quello dei diritti vanno affrontati alla luce del «principio di saggezza», vale a dire «comprendere prima di giudicare». La missione di Monti in Asia prosegue con la trasferta nell' isola di Hainan, dove incontrerà il vicepremier Li Keqiang e il governatore della banca centrale cinese Zhou Xiaochuan. Lunedì il presidente del consigio interverrà al forum economico di Boao prima di ripatire per l'Italia.  

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