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Gli italiani «capiscono» quanto grave sia la situazione economica, quanto necessarie le misure di austerity e quanto siano indispensabili le riforme, da quella bollente del mercato del lavoro fino a quella della legge elettorale.

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Èun Giorgio Napolitano in gran forma quello che affronta i giornalisti a margine di una sua visita in Campania: il presidente gioca a tutto campo sostenendo dall'alto della sua autorità l'impianto generale delle riforme del Governo Monti e lanciando messaggi ai sindacati sul fatto che «si sta lavorando» per trovare una soluzione ai loro rilievi sulla riforma delle pensioni. Non una parola su alcune frasi critiche ai partiti dal lontano Oriente del premier Monti che, nella visione del Colle, avrebbero potuto essere scelte con maggiore cura. Ma tanta sostanza dal presidente. Napolitano osserva le fibrillazioni della maggioranza, il nervosismo del Pd e ben consapevole che la campagna elettorale per le amministrative è ormai aperta, richiama tutti all'ordine, a non perdere di vista né le priorità dettate dalla crisi né le tante cose fatte o avviate: «Si stanno aprendo nuovi cantieri che prevedono riforme costituzionali, elettorali e regolamentari», replica ai cronisti che gli chiedono cosa stia succedendo alla maggioranza. Il presidente non vorrebbe parlare del tema caldo, quello della riforma del lavoro. Ma è impossibile: la tenuta del Governo dipende in gran parte dall'articolo 18. «Ho molta fiducia sulla capacità di comprensione degli italiani sulla necessità di affrontare i cambiamenti e sulle strade nuove che questi cambiamenti prevedono», premette. Ma calma e gesso su questo tema: non dimentichiamo che il provvedimento non è noto e si è fermi alla materia grezza dell'ultimo Consiglio dei ministri. Ecco perché Napolitano «auspica» che si attenda la presentazione effettiva del ddl sulla riforma del lavoro. E invita tutti a fare le conseguenti valutazioni solo dopo che questa sarà nota nei dettagli. «Quando sarà pronto per la presentazione in Parlamento- spiega - tutti potranno esaminarlo e ricavarne le considerazioni che crederanno».

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