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Vespa apre la stagione dell'amore

Roberto Maroni e Rosy Bindi durante la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, ''Questo amore''

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È un'avventura insolita quella che Bruno Vespa intraprende nel suo ultimo libro appena uscito per Mondadori («Questo amore. Il sentimento misterioso che muove il mondo»). Lui, il giornalista che nel suo salotto ospita da anni i principali attori della scena politica, alle prese con il più antico e comune dei sentimenti. Cos'è successo? In realtà Vespa non ha abbandonato la sua principale attività. E infatti per la presentazione del volume, nella sala Angiolillo di Palazzo Wedekind, ha voluto Pier Ferdinando Casini, Angelino Alfano, Rosy Bindi e Roberto Maroni. Non tanto per parlare dell'unico capitolo dedicato alla politica (in cui si affronta il «caso» di Silvio Berlusconi), quanto per inaugurare quella che è ormai, a tutti gli effetti, «la stagione dell'amore». Il termine è forse eccessivo, ma di certo la sintonia mostrata dai quattro relatori che il padrone di casa ha presto trascinato in una puntata speciale di Porta a Porta (copyright del segretario del Pdl Alfano), non è roba che si vede tutti i giorni. Dopotutto, a poca distanza da qui, il professor Mario Monti sta per dar vita ad un nuovo governo sostenuto da un'ampia maggioranza che, dopo 17 anni di scontri, terrà insieme il partito del premier e quello di Pier Luigi Bersani. Normale quindi che tutti provino, pur non riuscendoci sempre, a far trasparire questa unità. Il più ecumenico è sicuramente il leader dell'Udc che, seduto al fianco di Alfano, continua a passargli e ricevere bigliettini, alternandoli con parole bisbigliate all'orecchio. Al punto che ad un certo punto Vespa non può che stigmatizzare benevolmente questo «inciuciare» tra ex democristiani. Casini non ha dubbi: «Questo governo è un miracolo». Reso possibile tanto dalla «disponibilità» di Berlusconi che del Pd. Ed è sempre lui, quando il dibattito sul possibile ingresso di Gianni Letta al governo si impantana davanti all'imbarazzo di Bindi (in platea c'è la moglie del sottosegretario Maddalena ndr), a togliere le castagne dal fuoco: «Mi sembra che questo sia gravemente irrispettoso verso la sua figura». Anche sulle richieste della Ue l'impressione è che ci sia una certa sintonia tra Pd e Pdl. Sia Rosy che Angelino, infatti, concordano sul fatto che quella lettera e i successivi chiarimenti rappresentino un impianto entro cui il nuovo premier si muoverà per «tracciare la rotta». E tutti d'accordo pure sul fatto che la legge elettorale debba essere oggetto di un lavoro parlamentare e non all'interno del programma dell'esecutivo Monti. Sbagliato pensare poi che quella di Maroni, unico rappresentante della futura «opposizione», possa essere una voce totalmente fuori dal coro. Certo, il ministro dell'Interno dimissionario accusa il Pdl di aver tradito (tema tra l'altro strettamente connesso all'amore), ma sul futuro assicura che il Carroccio è disponibile a discutere anche se, spiega, «non faremo sconti». Unica nota stonata quando l'argomento di sposta sulla manifestazioni di piazza che hanno accompagnato le dimissioni del Cavaliere. Bindi prende le distanze dai «linciaggi», anche se non si sente di condannare chi faceva festa. Alfano, indignato per ciò che è successo, apprezza la «presa di distanza». Non è il momento di litigare.

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