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Napolitano: riforme con severità fiscale

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Riforme politiche e costituzionali, certo, ma anche semplificazioni e liberalizzazioni purché il tutto proceda con una severissima lotta all'evasione e con grande attenzione alle fasce più deboli del Paese. Nella giornata in cui vengono pubblicati i clamorosi dati del ministero dell'Economia che mostrano un'Italia spaccata in due dove oltre la metà dei contribuenti dichiara meno di 15 mila euro l'anno, il monito del presidente della Repubblica impatta sul governo richiamandolo a non allentare la lotta all'evasione fiscale e a costruire misure di salvaguardia che evitino "criticità sociali". I dati sull'Irpef degli italiani sono "l'eterna raffigurazione della vergogna dell'evasione fiscale che resta il punto principale da affrontare per riprendere la strada della crescita", gli fa eco il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Ha scelto un'occasione ufficiale Giorgio Napolitano per intervenire di nuovo sul tema dell'evasione fiscale: dal Quirinale ha infatti spiegato che è indispensabile mettere in campo "nuove politiche per la crescita e lo sviluppo" e favorire così "l'occupazione". Ma soprattutto "non si deve esitare a proseguire nel cammino delle riforme" ma sempre con "la necessaria severità fiscale". Con tutta probabilità la mente di Napolitano sarà andata agli ultimi terribili casi di cronaca, di suicidi anche estremi, riusciti o tentati, di cittadini distrutti dalla crisi economica e dal 'credit crunch' delle banche che hanno chiuso i rubinetti. E il presidente non manca di avvertire che si deve procedere nel risanamento, nelle politiche di sviluppo e di crescita sempre "tenendo conto delle situazioni socialmente difficili e critiche che si vanno determinando". Ma il richiamo del presidente sembra del tutto in linea con i dati del ministero dell'Economia: il lavoro da fare è enorme e non può concedersi pause. Anche l'Italia dei valori sottolinea la gravità del dato e attraverso il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi, che sottolinea come "i dati del dipartimento delle Finanze fotografano una situazione di illegalità diffusa in tutto il Paese. Una situazione insostenibile per uno stato in crisi". Per cui l'evasione rimane "una piaga da estirpare". Una situazione che anche il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, così fotografa: "i dati confermano che ci sono due Italie, la prima, formata da milioni di lavoratori e pensionati che faticano ad arrivare alla fine del mese, ma che mantengono in piedi il Paese con la loro contribuzione. Dall'altra parte, c'è l'Italia arrogante e criminale dell'evasione". Una situazione da affrontare subito per la Cisl e la Uil che propongono un decreto sulla questione fiscale che possa restituire i proventi della lotta all'evasione a coloro che pagano le tasse fino in fondo ed hanno redditi bassi.  

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