Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

SuperMario e il superFisco

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Dall'Asia con furore. Mario Monti ribadisce il primato dei tecnici sulla politica. Ha ragione, i numeri sono dalla sua parte e la fiducia dei cittadini sui partiti è al minimo storico (tra il 4 e l'8 per cento) ma questo non significa che dorma tra due guanciali. Ha avuto una partenza a razzo con la riforma delle pensioni e l'imposizione di nuove tasse, poi il suo viaggio nell'iperspazio ha cominciato a rallentare: la riforma del lavoro è nel pantano parlamentare e la ripresa economica per ora è una chimera. Monti ha la fiducia della business community, di questi tempi è il Gerovital, ma il potere logora anche chi ce l'ha. Senza girarci intorno, è la questione fiscale il macigno sul quale il governo rischia di infrangere la sua immagine presso gli italiani. Le addizionali regionali hanno fatto la loro comparsa nelle buste paga ed entro l'estate arriveranno i conti dell'Imu sulla casa che, come anticipiamo oggi su Il Tempo, sono salati. Per i contribuenti onesti non è un bel pagare. Perché la colonna sonora del nostro Paese stona troppo, è quella di una società divisa tra chi non si sottrae alla legge e chi la aggira, tra chi sente il peso di essere cittadino e chi questo peso lo scarica sul prossimo. Il Fisco è solo un aspetto di questo stato di cose. Pensate al lavoro: è un sistema che ipertutela alcune fasce e si dimentica delle altre. Taglio corto: il governo ha una gittata breve, ma i sacrifici che chiede sono talmente grandi che deve immaginare un sistema premiale per i contribuenti virtuosi. Senza un segnale di questo tipo, Monti rischia il progressivo distacco da quella parte di opinione pubblica che lo sostiene e fa sacrifici in silenzio. I partiti hanno fiutato questa sua debolezza. Non a caso Bersani ha fatto la voce grossa anche ieri. Il segretario del Pd non è uno sprovveduto, ha pagato un dazio - insieme al Pdl - molto alto per favorire il governo tecnico chiesto dal Quirinale. Ma non ha intenzione di pagare all'infinito. Monti ha dalla sua il fatto di non aver niente da perdere. Ma se ho capito un po' di che pasta è fatto, in realtà ha un orgoglio e un puntiglio che non gli consentono di lasciare alcun lavoro a metà. Non mollerà Palazzo Chigi e ingaggerà una lotta durissima con i partiti, in particolare con la sinistra conservatrice che per vincere le prossime elezioni è disposta smuovere mari e... Monti.  

Dai blog