Silvio sconfitto nella «sua» Monza: niente Udc, il Pdl va da solo

AMonza il Pdl avrà un proprio candidato sindaco. Una decisione presa ieri dai coordinatori nazionali e locali del partito a Milano che sancisce il successo dei "ribelli brianzoli" già pronti ad abbandonare il partito per farsi la propria lista civica («si parlava di «Forza Monza») nel caso in cui il Pdl avesse deciso di appoggiare la candidatura di Anna Martinetti, leader della lista «Una Monza per tutti» e ben vista dall'Udc che la sosterrà. Una vittoria di quelli che, come racconta la coordinatrice provinciale del Pdl brianzolo, Elena Centemero, «sono resistenti ad aprirsi a nuovi corsi politici». Una vittoria di due ex ministri Ignazio La Russa e Paolo Romani (che è anche assessore all'Expo 2015 in Comune) che già domenica in un incontro privato ad Arcore con Silvio Berlusconi avevano puntato i piedi andando contro la stessa Centemero per la quale «sostenere una civica e aprirsi all'Udc è segno di quel rinnovamento tanto auspicato dal segretario Alfano». E così, a Monza, il sogno di un grande centrodestra si è frantumato. La Lega, che ieri durante una riunione della segreteria federale a Via Bellerio a Milano ha confermato la volontà di correre da sola al primo turno delle Amministrative, sosterrà il sindaco uscente Marco Mariani. L'Udc, come già detto, punta invece sulla Martinetti e il Pdl ha iniziato ieri a discutere sulla persona più forte da candidare. Tre i nomi sui quali i vertici del partito stanno ragionando. Tre candidature che verrebbero tutte dalle fila di Forza Italia. Il più quotato sarebbe Andrea Mandelli, presidente dell'Ordine dei farmacisti italiani, a seguire potrebbe ambire alla poltrona di primo cittadino Pierfranco Maffé, attuale assessore all'Istruzione e, infine ci sarebbe Giuliano Ghezzi, capogruppo di Forza Italia in Comune (Fi e An a Monza non si sono uniti nel Pdl mantenendo due gruppi distinti, ndr). E così Alfano è costretto a ripiegare e, con lui, anche Berlusconi che, proprio in visione delle Amministrative, sperava di poter riallacciare i rapporti sia con l'Udc che, magari, con la Lega per evitare di consegnare il Nord al centrosinistra. Eppure non tutto è ancora perso. Sembrerebbe infatti che la linea intransigente di Umberto Bossi nei confronti del Pdl per quanto riguarda le Comunali possa ammorbidirsi nelle amministrazioni con meno di 15.000 abitanti. Una mano tesa agli ex alleati ma con le dovute tutele: infatti, nel caso in cui si decida di correre assieme, il Senatùr avrebbe imposto di far sparire i simboli di partito. In altre parole: assieme sì, ma che nessuno si azzardi a mettere il logo del Pdl vicino all'Alberto da Giussano.