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Il Papa: "Il mondo superi la stanchezza della fede"

Papa Benedetto XVI

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Il momento ufficiale e quello solenne. In mezzo, l'appuntamento più commovente della visita di Benedetto XVI in Messico. Il Papa ha incontrato nella notte italiana il presidente messicano Felipe Calderon. Un colloquio di circa mezz'ora durante il quale sono stati affrontati temi legati alla globalizzazione, dalla fame ai conflitti internazionali, dal nucleare alla proliferazione delle armi leggere «che ha favorito l'azione criminale della delinquenza organizzata». Un problema molto sentito in Messico, tanto che su iniziativa di Calderon il Papa ha incontrato, fuori programma, i familiari di otto vittime dei narcos. Al termine del faccia a faccia nella Casa del Conde Rul a Guanajuato, il Pontefice si è affacciato sulla «Plaza de la Paz» gremita dai bambini per «un abbraccio al Messico di domani».   Il Papa ha ricordato le loro sofferenze ma ha sottolineato che «il cristiano non risponde al male col male. Abbiate Gesù come il migliore dei vostri amici. Ciascuno di voi è un regalo di Dio per il Messico e per il mondo». Un volo di colombe ha concluso l'incontro, al termine del quale Benedetto XVI ha ricevuto le chiavi di Leon e Guanajuato dando appuntamento alla messa nel parco del Bicentenario che si è svolta ieri quando in Italia erano le 18. All'evento più atteso della sua visita il Pontefice è giunto in elicottero. L'area è stata realizzata per celebrare i 200 anni dell'indipendenza del Messico e dell'America Latina, motivo per cui hanno concelebrato i 22 presidenti delle conferenze episcopali americane insieme a 250 tra vescovi e cardinali del continente. Ad attendere Benedetto XVI in quello che è il centro geografico dello stato e che fu la culla del movimento indipendentista c'erano almeno 500.000 fedeli. Il Papa ha sorvolato l'enorme statua di Cristo Re (seconda solo a quella di Rio) che domina il Cerro de Cubilete, a 2.700 metri. Poi con la «papamobile», sombrero nero in testa, ha raggiunto l'area della cerimonia. Chi si aspettava un'accoglienza men che calorosa è stato decisamente smentito. E Benedetto XVI ha reso omaggio al suo amato predecessore che in Messico si recò 5 volte: «Sicuramente oggi Giovanni Paolo II si rallegrerà dal cielo che il Signore mi abbia concesso la grazia di poter stare con voi, così come avrà benedetto i tanti milioni di messicani che di recente hanno voluto venerare le sue reliquie in tutti gli angoli del Paese - ha detto - Venendo qui ho potuto avvicinarmi al monumento a Cristo Re» ricordando che Giovanni Paolo II «benchè lo desiderasse ardentemente, non potè visitare questo luogo emblematico della fede del popolo messicano».   Nell'omelia il Papa ha ripreso il filo dei suoi precedenti interventi, sottolineando che i popoli dell'America Latina vivono attualmente «momenti che uniscono dolore e speranza». «Questo - ha affermato - può ricordare ad ognuno di noi ed ai nostri popoli che, quando si tratta della vita personale e comunitaria, nella sua dimensione più profonda, non basteranno le strategie umane per salvarci: la via è Cristo». Anche in America Latina «si deve superare la stanchezza della fede» superficiale e abitudinaria e «recuperare la gioia di essere cristiani». Oggi il Papa volerà a Cuba dove resterà fino a mercoledì.

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