La Cisl zittisce la Camusso
La Cgil va giù duro contro la riforma del mercato del lavoro proposta dal premier Mario Monti. Ma la Cisl stoppa in partenza la polemica. È stato il segretario Raffaele Bonanni ieri a zittire la leader, Susanna Camusso. «Il segretario della Cgil va cercando solo pretesti per litigare - ha detto Bonanni in un'intervista - e invece di perdere tempo in polemiche inutili bisognerebbe cercare di mettere da parte le divergenze di opinione e aprire con il governo un discorso sulla crescita». Insomma basta estremismi e chiusure ideologiche. Una bacchettata che non ha fermato però la replica al vetriolo al governo da parte della Camusso che ha sottolineato ai microfoni della trasmissione «In mezz'ora» che il governo dei professori ha commesso il primo «errore» e cioè politicizzare il dibattito, ormai a livello di scontro, sull'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratore. Un errore che Guglielmo Loy, braccio destro di Angeletti nelle trattative, ha sottoscritto qualche ora dopo. Con la sua intransigenza a non voler trattare con i sindacati sull'articolo 18 «Monti ha generato ansia fra i lavoratori che ora pensano vi sia dell'accanimento», ha detto il leader Cgil che non ha nascosto la possibilità di uno sciopero generale nel momento più caldo dell'iter parlamentare, cioè a fine maggio, poco dopo le amministrative. «Il Governo ha commesso l'errore di voler politicizzare il dibattito sull'art. 18, di aver caricato di un significato improprio uno dei tanti sistemi di tutela del lavoro e adesso si rischia il suk» ha aggiunto Loy che teme un lungo iter parlamentare ben oltre l'estate. Il rischio dei tempi parlamentari preoccupano anche Bonanni che vorrebbe chiudere la partita della riforma prima dell'estate: «Bisogna farlo, se Monti non lo fa perde la faccia» ha detto a Domenica In. Un percorso parlamentare che, vista la pausa per le amministrative, entrerà nel vivo a maggio quando la Cgil si prepara a proclamare lo sciopero generale. «Accompagneremo il percorso parlamentare e lo sciopero quindi potrebbe arrivare anche a maggio», ha aggiunto il leader Cgil incalzato da Lucia Annunziata. E soffia vento di sciopero anche in casa Uil. «Non escludiamo lo sciopero», ha detto Rocco Palombella segretario generale dei metalmeccanici (Uilm) che mercoledì riunisce il direttivo e in quella sede potrebbe anche arrivare chiedere ad Angeletti di indire lo sciopero generale o decidere lo sciopero di categoria. In Parlamento la riforma dovrebbe riuscire ad uscire dalla stretta «fra tra gli estremismi, da una parte e dall'altra che non favoriscono una soluzione onorevole». Tanto più che, a parere di Bonanni, «l'unica cosa da cambiare» è la parte della modifica all'art.18 che rischia di far «transitare attraverso il licenziamento economico altri tipi di licenziamenti». Insomma ripristinare il famoso modello tedesco che chiedevano i sindacati nella loro proposta unitaria poi sparita dal tavolo della trattativa come ha raccontato la Camusso. «Doveva iniziare l'ultima settimana di trattativa - ha detto - quando il premier Monti si è presentato al tavolo con le parti sociali dicendo che quello era l'ultimo incontro. A quel punto il testo di proposta sull'art. 18 preparato unitariamente dai sindacati è sparito dal tavolo e io mi sono ritrovata a difenderlo da sola».