Bersagliere cade sotto il fuoco talebano
Scorre altro sangue italiano in Afghanistan. Un militare è morto e altri cinque sono rimasti feriti ieri alle 18 (14.30 in Italia) a causa di un attacco a colpi di mortaio nella base del Gulistan. L'attacco - sottolinea lo Stato Maggiore della Difesa - è stato condotto con colpi di mortaio contro la Fob (Forward Operative Base) «Ice» nel settore Sud-Est dell'area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East, su base del 1° Reggimento Bersaglieri. In mattinata si era verificata un'incursione contro la base a colpi di mortaio (obiettivo non centrato). Poi un altro raid: stavolta la mira è stata più precisa ed una o più bombe sono cadute nel perimetro della base. Si sono alzati in volo gli elicotteri «Mangusta» per neutralizzare la minaccia talebana, ma la tragedia si era già consumata. Il militare ucciso è un sergente, Michele Silvestri, nato a Napoli il 17 maggio 1978: era effettivo al 21° Reggimento genio guastatori di Caserta, inquadrato nella Brigata Garibaldi dei Bersaglieri, giunto in Afghanistan lo scorso 14 marzo. Il suo ritorno in patria era previsto tra sei mesi: si trovava alla sesta missione di pace: 4 volte in Afghanistan, una in Kosovo e una in Iraq. Il sergente, 33 anni, era sposato con Nunzia Carannante. La coppia viveva a Monte di Procida, provincia di Napoli, in via Cappella 135, con un figlio di otto anni. Il padre del militare, Antonio, e la madre, Teresa Palma Esposito, abitano in un appartamento attiguo. Michele Silvestri ha anche un fratello, Fortunato, e una sorella, Anna (madre da poco di un bambino). «Non ce lo meritavamo proprio» - ha singhiozzato il papà Antonio Silvestri. «Se ne è andata una parte di me». Lo ha detto Antonio Coppola, amico e coetaneo del sergente ucciso. Il giovane racconta dell'amore di Michele per l'Esercito: «Per questo motivo lo abbiamo perso, amava il suo lavoro e la pace». Tra le lacrime il ragazzo ricorda le passioni del sottufficiale per lo sport e in particolar modo per la corsa. «Appena tornava a Monte di Procida Michele metteva le scarpette e correva per le strade del paese». Antonio Coppola racconta della passione per il calcio e per la Juventus. «Era cattolico, amava la famiglia. Andavamo a messa nella parrocchia del Buon Consiglio. Prima di partire mi ha abbracciato e regalato un paio di anfibi. È tutto quello che mi resta di lui». I feriti appartengono al 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza. Si tratta di Monica Contraffatto, 24 anni, di Gela, Nicola Storniolo e Salvatore De Luca di Cosenza. I primi due sarebbero in gravi condizioni, mentre De Luca avrebbe riportato lesioni di media gravità. In particolare il quadro clinico di Monica Contraffatto, volontaria di truppa, è definito gravissimo. Per tutti e tre (si trovano nell'ospedale da campo americano di Delaram) la prognosi è riservata. Le condizioni degli altri due sono meno gravi. Cordoglio unanime da parte delle istituzioni. Messaggi sono giunti dal presidente della Repubblica Napolitano, dal premier Mario Monti, dai presidenti della Camera e del Senato Fini e Schifani, dal ministro della Difesa Di Paola, degli Esteri Terzi,dagli ex ministri La Russa e Frattini, dai segretari del Pdl Alfano, del Pd Bersani, dal presidente del Copasir D'Alema, dal capogruppo della Lega al Senato Bricolo, dal presidente nazionale dei Verdi Bonelli, dal presidente del Pd Bindi, dall'Idv. Sgomento il sindaco di Monte di Procida Francesco Paolo Iannuzzi: «Michele ha sempre voluto fare il militare. Era un ragazzo solare, figlio di un dipendente comunale: non riesco a crederci. L'avevo incontrato due mesi fa. Una famiglia semplice, umile, di quelle che ha fatto tanti sacrifici. La sorella lavora in un bar, la mamma è casalinga». Intanto Idv e Pd chiedono di riferire in Parlamento. Secondo Di Pietro (Idv) è il momento di porre fine «all'ipocrisia e ritirare subito i militari italiani dall'Afghanistan». Stessa richiesta avanzata dalla sinistra radicale: Paolo Ferrero ritiene «inaccettabile la nostra presenza in una missione che è d'occupazione, che miete vittime tra civili e militari». La morte di Silvestri fa salire a 50 il numero dei nostri militari che hanno perso la vita nel corso della missione Nato (Isaf, International Security Assistance Force) in Afghanistan, a cui partecipano circa 3.800 soldati italiani. Il Genio Guastatori è impegnato nelle operazioni di «peacekeeping» che prevedono l'impegno dei militari nella ricostruzione di scuole, strade e ponti. Giovedì scorso è partito per la base di Herat anche il 1° Reggimento Antares di Viterbo dell'Aviazione dell'Esercito.