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Napolitano: dopo 2013 sarò un privato cittadino

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Denunciando una certa stanchezza, e il peso dell'anagrafe, Giorgio Napolitano fa sapere che il prossimo anno tornerà ad essere privato cittadino. "Non si deve mai ritenere di essere insostituibili", ha spiegato il Capo dello Stato a gruppo di studenti della Scuola media "Virgilio" di Roma. La confidenza è contenuta in una trasmissione realizzata da Rai Educational che verrà trasmessa questo pomeriggio. "Effettivamente la stanchezza c'è, e poi non si deve mai ritenere di essere insostituibili", spiega Napolitano rispondendo alla domanda su cosa farà al termine della sua carica di Presidente della Repubblica". "Sono una persona che ha lavorato molto, ha avuto molte soddisfazioni, molte responsabilità, ma sono molto avanti negli anni", precisa il Presidente. "E' necessario passare la mano, è necessario che si facciano avanti altri anche per la carica di Presidente della Repubblica. Quindi, dopo il maggio del 2013, potremo vederci di nuovo, quando vorrete, ma sarà da privato cittadino". PREGIUDIZI CONTRO LE DONNE AL POTERE "Sicuramente rimane ancora, se non un vero e proprio pregiudizio, una resistenza a scegliere una donna per certi incarichi", afferma ancora Napolitano,nel corso dell'incontro con alcuni ragazzi ricevuti al Quirinale il 16 gennaio scorso e registrato nel documentario che andrà in onda oggi su Rai3. "Questo, prima di arrivare a quello di presidente della Repubblica, riguarda molti incarichi - aggiunge il capo dello Stato - se si pensa ad esempio che fino a non molto tempo fa anche in certi alti gradi della magistratura non c'erano donne". "Più le donne si faranno sentire, prima arriverà - mi auguro presto - il momento in cui ci sarà anche una candidata donna a presidente della Repubblica e potrà essere eletta", aggiunge Napolitano. IL DEBITO E LE NUOVE GENERAZIONI Il capo dello Stato ha affrontato con i ragazzi anche temi economici. "Per uscire dalla crisi noi dobbiamo assolutamente tagliare questo debito, che pesa sulle nostre spalle e che rischia di pesare sulle vostre", afferma Napolitano conversando con i ragazzi. "Noi abbiamo - spiega il presidente della Repubblica - un debito pubblico che è pari al 120% della nostra ricchezza nazionale. Per tenere in piedi questa montagna di debito, dobbiamo piazzare questi buoni del Tesoro e pagarci gli interessi". "La speculazione finanziaria - continua - non fa altro che provocare un rialzo dei nostri interessi, il che significa una spesa di miliardi e miliardi. Pensate che in un anno, l'anno scorso, più di 70 miliardi di euro, che avrebbero potuto essere spesi per fare tante cose - costruire strade, porti o incrementare lo sviluppo industriale del Mezzogiorno - hanno dovuto essere versati per pagare gli interessi sul nostro debito".  

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