Alfano: niente inciuci sarà scontro tra partiti
Ecosì quella foto scattata a palazzo Chigi che immortalava il presidente del Consiglio Mario Monti in piedi vicino al trio ABC (Alfano, Bersani e Casini) è solo il frutto di una maggioranza a scadenza. Il risultato di un patto di responsabilità che, come racconta il segretario del Pdl in una lunga intervista a Radio Anch'io, ha creato una maggioranza sui generis che sostiene «sì lo stesso governo» ma che è formata da forze politiche che dissentono su tante cose. Ed è per questo, continua Alfano, che «l'anno prossimo si tornerà a un fisiologico scontro tra i partiti, dove ciascuno proporrà la propria ricetta e noi pensiamo di vincere proprio per la nostra idea che abbiamo dell'Italia». Obiettivo 2013 quindi anche se è proprio il segretario del Pdl a smentire le voci che lo darebbero già in corsa per una candidatura alla presidenza del Consiglio per le prossime Politiche. «Non ho l'abitudine di pensare a un'altra poltrona mentre svolgo già un lavoro - è la replica di Alfano che continua - Sono impegnato al massimo per fare bene il lavoro di segretario del Pdl. È importante far bene il mestiere al quale si è chiamati senza farsi distrarre dalle lusinghe, qualche volta interessate». Certo è che, messe così a tacere le dicerie, l'ex guardasigilli ha voluto mandare chiari messaggi a destinatari chiave del panorama politico attuale. Il primo al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, elogiandolo per l'equità e l'equilibrio del suo agire («vedo in lui un'impronta riformatrice che non vedo nel Pd»). Poi il segretario si è rivolto a Silvio Berlusconi definendo il loro rapporto «molto meno difficile di quanto si possa immaginare. Berlusconi è un uomo generoso e lungimirante, non è invadente nella gestione del partito. Anzi, da' una grande fiducia e un grande supporto. Abbiamo un rapporto assolutamente indissolubile e inossidabile». Un rapporto che Alfano vorrebbe recuperare anche con l'ex alleato Umberto Bossi in vista del voto del 6 maggio: «Bossi ci ha detto fin dal primo momento che se noi avessimo sostenuto Monti non avrebbe mantenuto l'alleanza alle Amministrative. Io gli ho chiesto di accettare delle deroghe in alcune realtà per non consegnare il Nord alla sinistra, e Bossi ha detto che alcune deroghe si faranno. Si potranno fare degli apparentamenti e dimostreremo ulteriormente che insieme si vince». L'ultimo appello arriva sulla giustizia e sulla corruzione. L'invito fatto al governo è chiaro: avere lo «stesso coraggio» avuto su lavoro e articolo 18 anche «nei confronti del sindacato delle toghe che è talmente potente che è riuscito a impedire che la responsabilità civile fosse nell'ordinamento giuridico. Occorre affrontare anche questo tema - ha sottolineato - in modo tale che non ci siano aspetti inevasi in materia di giustizia». Per concludere con il capitolo «reato di corruzione» dove, nel caso in cui il governo dovesse decidere di prevederlo tra i privati, «il Pdl farà la sua parte e non ci sottrarremo né saremo pavidi». Quanto alla possibilità di modificare le norme sulla prescrizione, Alfano ricorda che «in alcuni casi ci sono state delle accelerazioni mentre in altri casi ci sono delle lentezze esagerate». «Se noi allungassimo la prescrizione avremmo la certezza che i cittadini non avrebbero mai un torto o una ragione a causa della lentezza dei tempi della giustizia, quindi serve la ricerca di un equilibrio» conclude Alfano. Infine un avvertimento sulle strade che si sceglieranno per uscire dalla crisi: «La priorità è l'economia reale. Non possiamo avere i conti in ordine e due anni di recessione, se il Paese non cresce, tutti gli sforzi per il risanamento saranno vani».