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Napolitano dovrà salvare il Pd da se stesso

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Lo spread tra Btp e Bund ieri ha chiuso sopra i 300 punti (non succedeva dal 14 marzo), il tasso di rendimento del decennale italiano ha toccato il 5% (ultima volta il 7 marzo), la Borsa di Milano è stata la maglia nera d'Europa. Insomma, tutto bene. O meglio, come previsto. L'altro ieri sottolineavo che non è il caso di rilassarsi, di mettersi a fare piccoli calcoli perché i grandi numeri sono ancora contro l'Italia. La nostra produzione industriale nel primo trimestre è da piena recessione (meno 0,5%) e sul secondo per ora non si vede la luce. I mercati guardano i numeri e le prospettive, cercano i punti deboli, saggiano quelli forti per vedere se lo sono davvero e, infine, comprano e vendono. E gli investitori ieri hanno deciso di comprare titoli tedeschi, abbassandone il rendimento e allargando la forbice con quelli italiani e spagnoli. La crisi del debito di Madrid è seria, la nostra cura è appena iniziata, la Grecia è un problema che rientrerà dalla finestra. In queste condizioni, la Cgil che dichiara lo sciopero generale e il Pd che mette in scena il solito psicodramma dell'immaturità, appaiono fuori contesto. Sembra di stare in Portogallo, dove oggi ci sarà uno sciopero generale. Dopo la visita a Hollande a Parigi che farà Bersani? Andrà a cantare il fado a Lisbona? So bene com'è conciata la destra, ma il problema del sistema politico italiano resta la metamorfosi incompiuta dei postcomunisti. Come sia possibile correre dietro agli integralisti della Fiom e a una Cgil archeoindustriale, i cui iscritti sono in larga parte pensionati, è un mistero. È come se a sinistra dopo non essersi scrollati di dosso le macerie del Muro di Berlino, ora abbiano sulle spalle anche i mattoni dell'altro muro edificato in questi anni, quello dell'antiberlusconismo. Non serve più. Sono cambiate le regole del gioco. Non l'hanno capito. Game over. Mi chiedo come sia possibile che un signore nato nel 1925, con una orgogliosa militanza storica nel Pci, sia oggi il più serio e lucido interprete di una sinistra che non c'è e pare non voglia esserci. Finito il lavoro al Quirinale, a Napolitano toccherà prendere in mano quel fanciullo smarrito chiamato Pd. Per salvarlo da se stesso.

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