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Lavoro, no dietrofront sull'articolo 18 Monti conferma: impegno contro abusi

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Il presidente del Consiglio Mario Monti e il ministro del Lavoro Elsa Fornero

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La riforma del lavoro è il cuore del programma del governo tecnico e su questo terreno le tensioni attorno alla questione dei licenziamenti non tardano ad arrivare. Il premier ha fatto sapere che andrà comunque avanti: no al reintegro e norme stringenti per evitare abusi. La Cisl apre alla Cgil e al Pd: cambiamo la norma Lo scenario che il Professore ha di fronte appare irto di difficoltà: la Cgil sembra essere riuscita ad attirare nella sua orbita oltre alla Uil anche la Cisl, il che rappresenta una novità di rilievo rispetto a precedenti battaglie sindacali; l'opposizione è pronta all'ostruzionismo e svaria dall'annuncio di un Vietnam parlamentare (Di Pietro) alle accuse di attentato alla democrazia (Vendola) e di controriforma a danno dei lavoratori (Bossi). Ma il problema vero è il Pd: come avverte Enrico Letta, se si spacca il partito, collassa anche il governo. È il rischio letale che non vuole correre Giorgio Napolitano che infatti ha ricevuto Monti e la Fornero: l'impressione è che il Quirinale sia contrario sia al decreto (un segnale di eccessivo decisionismo rispetto al dialogo annunciato con il Parlamento) che alla drammatizzazione della riforma dell'art. 18. Secondo sindacati e Pd c'è ancora spazio per discutere del modello tedesco (che affida la scelta tra indennizzo e reintegro al giudice), sebbene il premier lo escluda. La stessa Ue, preoccupata dai segnali negativi che giungono dai mercati con la risalita dello spread, ha detto che governo e parti sociali devono continuare a lavorare insieme. Fornero: Cdm deciderà il veicolo normativo "Sarà il Consiglio dei Ministri a scegliere il veicolo normativo con cui portare la riforma del lavoro in Parlamento". Così il ministro del Welfare, Elsa Fornero, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l'incontro con le parti sociali. "C'è molta impazienza e incertezza - ha spiegato il ministro - ma nemmeno questa sera vi consegneremo un documento, non l'abbiamo consegnato alle parti sociali" perché quello messo a punto nella riunione di oggi "è un documento di policy che domani sarà portato in consiglio dei ministri, discusso e fatto proprio dal cdm. In seguito il Consiglio dei Ministri sceglierà il veicolo normativo per portare una proposta di legge nella formulazione che si riterrà opportuna per l'approvazione in Parlamento". Il ministro: non aboliano l'art. 18 Con la riforma del mercato non "aboliamo l'articolo 18, tendiamo a distinguere le fattispecie del discriminatorio, del licenziamento di carattere oggettivo (per il quale prevediamo indennizzo) e del licenziamento a carattere disciplinare o soggettivo, per il quale diciamo che sarà il giudice a decidere tra il reintegro e l'indennizzo". Lo ha affermato il ministro del Lavoro al termine dell'incontro con le parti sociali.

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