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Il lungo assedio al killer di bambini

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Nella notte l'assalto delle «teste di cuoio» Il giovane franco-algerino è legato ad Al Qaeda

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Circatrecento poliziotti hanno asserragliato l'edificio per oltre venti ore. Alle 21 era stata staccata l'illuminazione all'intero quartiere, poi, poco prima della mezzanotte l'ultima trattativa per la resa del killer che ha dichiarato di non volersi arrendere. Il ministero dell'Interno francese tuttavia, ha tenuto a precisare a notte inoltrata che «le esplosioni sono state provocate per intimidire il killer dei parà e autore della strage alla scuola ebraica, e che il blitz non è iniziato». Mohamed Merah, francese di origine algerina ha detto di far parte di «Forzanne Alizza», organizzazione legata ad Al Qaeda. La madre di Merah, due sorelle e due fratelli - uno dei quali condivide le stesse idee salafite - sono stati fermati, ha detto il ministro dell'Interno Claude Gueant. Tutti gli abitanti del palazzo sono stati evacuati. Due poliziotti del Raid, le teste di cuoio della polizia francese, sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco con il sospettato, mentre un terzo ha ricevuto un colpo d'arma sull'elmetto. Davanti alla casa di Merah, su sua stessa indicazione, la polizia ha trovato un'auto piena di armi. Nella vettura del fratello sono stati trovati invece prodotti che potevano servire per fabbricare esplosivi. Il sospettato è stato in Pakistan e in Afghanistan e ha detto alla polizia di avere attaccato la scuola ebraica per vendicare la morte dei bambini palestinesi e in rappresaglia all'intervento militare della Francia in Afghanistan. Le autorità sospettano inoltre che egli sia l'autore di altre sparatorie in cui hanno perso la vita tre soldati di origini nordafricane la scorsa settimana. Il ministro Gueant ha affermato che l'uomo ha gettato una Colt 45 dalla finestra per avere in cambio un «apparecchio per comunicare». Ma secondo il ministro ha ancora delle armi tra cui un kalashnikov. Merah era stato arrestato in Afghanistan nella provincia di Kandahar nel 2007, ma era scappato alcuni mesi dopo durante un blitz dei talebani. Merah era stato bloccato dai servizi di sicurezza il 19 dicembre 2007 e condannato a tre anni di carcere per avere piazzato degli ordigni nella zona di Kandahar. Nato a Tolosa, Merah viene descritto dai vicini come «educato, rispettoso e cortese» da molti suoi vicini; «piccolo delinquente radicalizzato in un gruppo salafita» per il ministero dell'Interno francese. Nato il 10 ottobre 1988 a Tolosa ha lavorato come carrozziere in un'officina, secondo un giovane del suo quartiere di Izard a nord di Tolosa. Appassionato di moto e di calcio, il ragazzo avrebbe tentato per due volte di arruolarsi nell'Esercito. Nel 2010, invece, ha provato ad entrare nella legione straniera, presentandosi nella notte in un centro di Tolosa dove, però, di spontanea volontà, se ne sarebbe andato al mattino senza partecipare ai duri test di valutazione.Mehar ha ammesso di aver compiuto gli omicidi perché ha «una missione generale per compiere un attentato in Francia». Secondo la polizia ieri mattina doveva mettere a segno un altro attentato. Il blitz del «Raid», le teste di cuoio della polizia, era stato inizialmente bloccato dal presidente Sarkozy per poter catturare il terrorista vivo. Raid: il nome non è solo un acronimo di «ricerca, assistenza, intervento, dissuasione», ma evoca un blitz di tipo militare: Raid. È stato fondato nel 1985 come unità d'elite della polizia, dieci anni dopo il parallelo Gruppo di intervento della gendarmeria nazionale (Gign). Il gruppo conta su 170 uomini, ammessi dopo una selezione fisica e psicologica. Tra le operazioni più note del Raid, l'arresto nel 1987 dei capi di Action directe, gruppo terroristico di estrema sinistra degli anni di piombo e il sequestro di un asilo di Neuilly nel 1993, finito con l'uccisione del sequestratore nell'assalto delle forze d'elite. Il presidente Sarkozy, che a breve tenterà di essere rieletto alle presidenziali 2012, ha parlato di razzismo in relazione all'attentato di lunedì. Il modo in cui gestirà questa situazione potrebbe essere determinante per il voto. Maurizio Piccirilli

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