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In Europa aziende più libere ma più aiuti ai lavoratori

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Germania- Fra il 2003 e il 2005 è stato profondamente riformato il mercato del lavoro, reso molto più flessibile. I disoccupati sono molto diminuiti, dai 5 milioni del 2006 ai 2,7 del 2011. Il sussidio di disoccupazione (67% dell'ultimo stipendio netto) è concesso per un anno dopo la perdita del posto. Dopo si ricevono altri sussidi: 680 euro per un appartamento (inclusi 374 euro calcolati per vivere) e l'assicurazione sulla salute. Il licenziamento è più facile per le imprese con meno di 10 dipendenti. Per le altre va giustificato. I contratti a tempo determinato possono essere rinnovati fino a due anni e per non più di tre volte. Gran Bretagna - I contratti di lavoro si dividono in employment (rende il lavoratore un dipendente) e services (regola uno scambio di prestazioni, chi lo firma resta di fatto in proprio). Non esiste la contrattazione collettiva nel settore privato e sempre meno nel pubblico. Esistono clausole che proteggono dal licenziamento senza giusta causa: il lavoratore può fare ricorso al tribunale e chiedere un indennizzo. In caso di riduzioni collettive del personale per ragioni economiche, l'azienda deve garantire al lavoratore indennizzi. Francia - I licenziamenti individuali sono più facili che in Italia. Il lavoratore cacciato senza giustificato motivo ha diritto solo ad un risarcimento (minimo sei mesi di stipendio). Il licenziamento per motivi economici è possibile solo in caso di chiusura o trasformazione dell'attività, come nel caso di fallimento o di ristrutturazione. Il datore di lavoro ha però l'obbligo di proporre all'impiegato misure di riconversione e di riqualificazione prima del licenziamento. Quanto ai sussidi per la disoccupazione, sono finiti i tempi delle vacche grasse. I beneficiari sono infatti sottoposti a regole molto più stringenti rispetto al passato, con l'obbligo di dimostrare con estrema regolarità che sono alla ricerca di un lavoro. Danimarca - Il modello della flexicurity dà alle aziende margini più ampi per licenziare, ma offre ai dipendenti una maggiore tutela. Il lavoratore licenziato percepisce il 90% dell'ultima retribuzione per il primo anno di disoccupazione, l'80% per il secondo, il 70% per il terzo e il 60% per il quarto. L'azienda paga il sussidio e aiuta il lavoratore a trovare un nuovo lavoro.

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