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E sulla Tav Monti va come un treno

Il sindaco di Torino Piero Fassino e il presidente del Consiglio Mario Monti all'inaugurazione della mostra

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Mario Monti decide di andare a giocare la partita dell'alta velocità direttamente a casa del "nemico". Il premier è a Torino per l'inaugurazione della grande mostra «Fare gli italiani» con la quale si chiudono le celebrazioni del 150.mo anniversario dell'Unità d'Italia. Il comitato d'accoglienza non è certo dei migliori - ad aspettarlo, infatti, ci sono i No Tav che accompagnano con urla, suoni di fischietti e tamburi il suo ingresso in piazza Castello - ma proprio dal capoluogo piemontese, dove ha insegnato Economia per 15 anni, dal 1970 al 1985, il professore manda un messaggio chiaro ai suoi contestatori. «È venuto il momento di fare un passo in avanti. Naturalmente - spiega - bisogna tenere conto delle preoccupazioni locali, cosa che è stato fatto nel corso di molti e molti anni. Ora è venuto il momento di fare un passo in avanti ed eseguire l'opera». Di più. Il presidente del consiglio ribadisce un concetto a lui caro, già espresso quando si è trattato di prendere una decisione sull'opera: senza la Tav l'Italia rischia «un distacco dall'Europa. Non è solo la Torino-Lione - ricorda - ma fa parte di un grande corridoio transeuropeo», e bisogna andare avanti. Altrimenti, «bisogna prendersi la responsabilità di far slittare la penisola italiana verso un tuffo nel Mediterraneo e un distacco dall'Unione europea. Non credo che nessuno possa volere questo», chiosa. Il professore gioca tutte le sue carte. Incontra il commissario di Governo per l'alta velocità, Mario Virano, per fare il punto sulla situazione e sulle prospettive dell'opera in Val di Susa e chiama i sindaci pro-tav di Susa, Gemma Amprino, e di Chiomonte, Renzo Augusto Pinard, per esprimere il suo «apprezzamento per l'impegno che manifestano a sostegno» dell'opera. In piazza Castello, intanto, le contestazioni continuano. «Monti: basta tavanate!», recita uno striscione. Turi Vaccaro, attivista del movimento No Tav noto per le sue azioni estemporanee e singolari, dopo aver abbracciato alcuni funzionari di polizia, si arrampica sui muri esterni di Palazzo Madama a mani e piedi nudi, e si siede sul davanzale di una finestra in segno di protesta. Chiuso - almeno a parole - il capitolo forse più difficile, il presidente del Consiglio si dedica agli incontri istituzionali. Accompagnato dalla moglie Elsa, Monti viene calorosamente accolto all'interno delle ex Ogr dal sindaco Piero Fassino, da tre ministri del suo governo, Elsa Fornero (Welfare), Francesco Profumo (Istruzione) e Renato Balduzzi (Sanità), dal Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, dal presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giovanni Bazoli, dal presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, e dal procuratore della Repubblica del capoluogo piemontese, Giancarlo Caselli. «Questa mostra - spiega Monti al termine della visita all'esposizione che nella prima edizione ha raggiunto i 600.000 visitatori - ci aiuta in modo mirabile a capire come gli italiani si sono fatti da zero per quanto riguardava il loro essere insieme e ci aiuta anche a pensare a come proseguire e a rendere gli italiani più adatti a vivere in un mondo globale con un percorso simile a quello di questi 150 anni. Capire le diversità - conclude - integrarsi, pur continuando a riconoscere se stessi». Dopo una cena al ristorante «Il Cambio», lo storico locale amato da Cavour, Monti è ospite del vicino Teatro Regio per un concerto straordinario di arie da opere di Giuseppe Verdi. «Ogni egoismo, ogni individualismo oggi appaiono limiti da superare: un diffuso senso civico appare una necessità per restituire ai giovani il senso di un futuro. Per questo questo governo si dedica con energia, qualche volta in modo brusco, alla lotta all'evasione, alla corruzione, alla criminalità, all'illegalità» spiega, emozionato, il Professore alla platea. Mentre Turi Vaccaro è ancora "appollaiato" su una finestra del vicino Palazzo Madama, una standing ovation e un lunghissimo applauso lo accolgono. Divergenze "tecniche". Na. Pie.

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