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Monti mette d'accordo i partiti Intesa su giustizia e articolo 18

La foto postata su Tweeter da Pierferdinando Casini che mostra i leader di Pd, Pdl e Terzo Polo al vertice con il premier Monti

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Alla fine forse, più che per i contenuti, il vertice di ieri sera tra Mario Monti e il trio ABC (Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini), verrà ricordato per Twitter. E non solo per la foto twittata dal leader Udc con i tre segretari seduti e il presidente del Consiglio in piedi in versione "statua di cera" (alla cena erano presenti anche alcuni ministri). Prima dell'incontro, infatti, sia Alfano che Casini avevano voluto esprimere in 140 caratteri la loro priorità. Il numero uno del Pdl lo aveva fatto a voce, durante un incontro organizzato dai giovani del partito a Palazzo Wedekind. Alla domanda del direttore del Tempo Mario Sechi («cosa scriveresti a Monti, Bersani e Casini?»), aveva risposto: «Sì alla riforma del lavoro, no all'aumento dei costi del lavoro per le imprese». Il leader dei centristi, invece, aveva effettivamente affidato a un tweet il suo pensiero: «Sulla riforma del lavoro accordo possibile. Tenere presente esigenze anche di artigiani e commercianti, per ora penalizzati oltre misura». Insomma è stato il lavoro la portata principale della cena. Anche se alla fine gli interventi più concreti, resi noti attraverso un comunicato di Palazzo Chigi, riguardano il tema Giustizia. Partiti e governo hanno trovato un'intesa sulla corruzione: verrà presentato un emendamento per «integrare una più ampia disciplina anti-corruzione nel disegno di legge dell'onorevole Alfano». L'intervento dovrebbe riguardare le norme relative alla corruzione tra privati, al traffico delle influenze e alla revisione della pena sulla corruzione. Non solo ma si starebbe valutando anche l'ipotesi di rivedere il reato di concussione così come richiesto dall'Ocse. Altro punto toccato durante la cena quello della responsabilità civile dei magistrati. Argomento particolarmente spinoso su cui il Pdl non era disposto a fare passi indietro. Anche in questo caso si sarebbe arrivati ad un'intesa di massima sulla necessità di trovare una «soluzione equilibrata e condivisa» che alleggerisca la posizione dei magistrati. Ultimo capitolo quello delle intercettazioni. Il tema sarà ripreso ma tenendo anzitutto conto delle «iniziative dei gruppi parlamentari». Fin qui le intese sulla Giustizia. Ma passi avanti sarebbero stati fatti anche sul lavoro. Monti ha ribadito la necessità di arrivare ad una riforma «ad ampio raggio» e i leader dei partiti hanno espresso l'auspicio che ciò avvenga con il consenso della parti sociali e attraverso una rapida approvazione della Camere. Il ministro Elsa Fornero, presente alla cena con altri colleghi, ha quindi illustrato tutti i principi del testo su cui il governo sta lavorando. Ben sapendo che quello che più divide i partiti è l'articolo 18. Non a caso, mentre ieri pomeriggio Bersani sottolineava che sul lavoro «c'è la possibilità di arrivare ad un accordo, ma c'è ancora qualche problema su cui bisognerà discutere», Alfano chiedeva «una riforma coraggiosa e che non penalizzi le pmi e i lavoratori». Alla fine la mediazione avviata dall'esecutivo sembra aver prodotto un'intesa di massima che introduca nel nostro sistema un modello simile a quello tedesco (licenziamenti «socialmente giustificati» o per esigenze economiche e, in caso di assenza dei motivi, reintegro o indennizzo che varia in base all'età). Non solo, ma verrà intrapresa una revisione «del processo del lavoro che ne riduca la durata» e «degli ammortizzatori sociali». Nel corso dell'incontro il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha anche illustrato le linee di politica esteri soffermandosi sui casi dei due marò e di Franco Lamolinara l'ingegnere italiano ucciso in Nigeria.

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