Corruzione, Napolitano dà una frustata ai partiti
Più moralità e responsabilità. Soltanto così la politica può riconquistare un ruolo centrale. Non solo. I rappresentanti delle istituzioni devono essere di qualità. Napolitano avverte i partiti. Lo fa chiudendo al Quirinale i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il momento è difficile. Gli ultimi casi giudiziari coinvolgono tutti. O quasi. Tolgono credibilità a una classe dirigente già screditata da tempo. Il Capo dello Stato si concentra anche sulla necessità di proseguire nell'azione del governo Monti. Napolitano «consiglia» ai partiti di puntare su riforme condivise. Alla fine della cerimonia, con uno straordinario Roberto Benigni ("Sono pronto a tutto, anche a un settennato tecnico" dice l'artista), tutti i partiti elogiano le parole del Capo dello Stato. Napolitano ha avvertito che la centralità della politica sarà più facilmente riconosciuta se i partiti tenderanno «a garantire in futuro comportamenti trasparenti sul piano della moralità, nonché più alti livelli di qualità nelle rappresentanze istituzionali e di governo». Poi ha sottolineato che di fronte agli eccellenti risultati del governo «sono certo che questa assoluta necessità di continuare senza cadute e senza regressioni nel cammino intrapreso sia ben presente alle forze politiche più responsabili». Il Capo dello Stato ha invitato la politica a non lasciarsi prendere dalle faziosità, che potrebbero ostacolare il compimento dell'opera di risanamento. «Il garantire la continuità di scelte di governo e parlamentari che stanno palesemente giovando alla causa della salvezza e al prestigio dell'Italia non mortifica la politica ma contribuisce a rivalutarla, a riaccreditarla nella sua missione più autentica di espressione dell'interesse generale e di rafforzamento della compagine nazionale». I risultati degli ultimi mesi sono «superiori a pure possibili previsioni positive, e sono tutti da consolidare e integrare». Alla loro base «l'evoluzione in senso più costruttivo nei comportamenti di importanti soggetti sociali e politici, sotto la pressione di una forte reazione critica e di una netta domanda di cambiamento provenienti dalla società». Insieme a questo c'è stata «la messa in campo, per il governo del Paese, di qualificate energie e competenze di cui l'Italia disponeva». Le due cose unite si sono tradotte «nell'espressione di un largo consenso parlamentare al governo e al presidente Monti». Ora bisogna proseguire su questa strada «definendo e applicando rigorosamente i provvedimenti ancora all'esame del Parlamento, spingendo fino in fondo l'impegno per la revisione e il contenimento della spesa pubblica, per la stabilizzazione di una prassi di pareggio di bilancio, per la sostanziale riduzione dello stock del debito pubblico». Soprattutto, precisa il capo dello Stato, il miglior modo di continuare è «non mettere in forse questo percorso di risanamento finanziario ma integrarlo con misure e politiche per il rilancio della crescita».