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"Soldi pro quota a Lega e Pdl"

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L'ex leghista, Marco Paoletti, il potente architetto, Michele Ugliola, e suo cognato, il consulente Gilberto Leuci. È dai loro verbali d'interrogatorio che arrivano le accuse più pesanti per il presidente leghista del consiglio regionale lombardo, Davide Boni, e per il capo della sua segreteria, Dario Ghezzi, entrambi indagati per corruzione dalla Procura di Milano. Depositate ieri al Tribunale del Riesame, cui hanno fatto ricorso lo stesso Ghezzi e l'immobiliarista Luigi Zunino contro i sequestri e le perquisizioni dei giorni scorsi, queste carte offrono uno spaccato di come funzionasse, stando alle dichiarazioni degli indagati, il «sistema» delle mazzette sul fronte Lega-Pdl per modificare il piano regolatore a Cassano d'Adda e per ottenere le autorizzazioni in diverse operazioni immobiliari. Boni, all'epoca assessore all'Edilizia e al Territorio, e Ghezzi erano, secondo la deposizione di Leuci, i politici dai quali si doveva passare per fare «business» in Lombardia. «Nel corso di un incontro con l'amministratore delegato della Serenissima Sgr - fa mettere a verbale Leuci, presunto collettore delle mazzette insieme a Ugliola - lo stesso mi rappresentò che era a conoscenza del fatto che per montare affari immobiliari in Lombardia era necessario fare un passaggio da Boni e da Ghezzi, i quali dirigevano l'imprenditore verso il sottoscritto e da Ugliola». Leuci spiega inoltre «che i soldi per la politica dovevano essere destinati pro quota ai partiti che reggevano la giunta cassanese, in particolare Forza Italia e Lega Nord» ed entra nel «cuore» del «sistema».

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