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Ma il Pdl non ci sta: "È illegittimo"

Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri

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La nomina di un commissario alla Rai sarebbe un atto «illegittimo, incostituzionale» e «non giustificato» dai dati di bilancio. Non usa mezzi termini il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, ospite su Sky Tg24 di Maria Latella. «Non vorrei danneggiare Enrico Bondi - afferma Gasparri a proposito di un nome circolato come possibile commissario - dicendo che lo stimo, lo conosco e lo ritengo il miglior manager che ci sia in Italia. Il problema non è Bondi, il problema è che in base a delle sentenze della Corte costituzionale dal '74 ai giorni nostri, il governo non può fare una scelta del genere. Sarebbe una scelta illegittima, incostituzionale, Monti lo sa perfettamente, lo sa il presidente della Repubblica, perché sono sentenze della Corte che lo dicono, e la Rai, chiudendo il bilancio con un attivo, non si trova nemmeno nelle condizioni economiche che giustifichino un commissariamento». E se Pippo Baudo alza bandiera bianca: «Rai moribonda, ci vorrebbe Marchionne», Gasparri lo zittisce: «Conduttore finito». L'ipotesi commissariamento, condivisa dal Terzo Polo e dal Pd, non piace neppure alla Lega. A pochi giorni ormai dalla scadenza del cda Rai (il prossimo 28 marzo), la polemica è inevitabile. Davide Caparini, responsabile informazione del Carroccio, spiega che «non servono commissariamenti per la Rai che di fatto è già commissariata dalla politica. Serve soltanto dar corso alla riforma della legge Gasparri che, in attesa che venga applicata, sta diventando vecchia...». L'idea di commissariare il servizio pubblico, osserva Caparini, «sembra più un'operazione di maquillage per mantenere ancora più saldo il controllo dell'azienda» mentre la priorità, prosegue, sarebbe proprio quella di «togliere la politica dalla gestione della Rai». Quindi, sostiene ancora Caparini, «la privatizzazione è la strada giusta, non c'è alternativa. E privatizzare non vuol dire non avere servizio pubblico. Noi andremo avanti con le nostre proposte» promette. Oltre a Gasparri, anche il resto del Pdl è contrario. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, attacca: «Colpisce l'impegno con cui Pd e Terzo Polo stanno cercando di mettere le mani sulla Rai. La dimostrazione è data dal fatto che tutti parlano di fantomatici commissari senza pensare minimamente che esiste una legge da rispettare. La forzatura, evidentemente, tradisce la bramosia di poltrone di chi la propone». Per il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto «il commissariamento della Rai extra legem non lo decidono né Casini né Fini - né con rispetto parlando nessun altro - perché, se passa la prassi dei colpi di mano, allora non ci si venga a parlare della necessità di regole per ciò che riguarda l'economia». «Giù le mani dalla Rai. Pd e Terzo Polo parlano bene e razzolano male: predicano il commissariamento per controllare di fatto l'azienda di viale Mazzini. Il Pdl fa bene a tenere il punto e a dire no alla soluzione commissariale che sarebbe deleteria» tuona Gianfranco Rotondi, membro dell'Ufficio di presidenza del Pdl. Infine interviene il vicepresidente dei senatori del Pdl Francesco Casoli: «Bilanci in attivo, leggi vigenti, sentenze della Corte costituzionale impediscono che si possa soltanto ipotizzare il commissariamento della Rai. Se qualcuno nel governo dovesse tentare solo la mossa, rischierebbe di finire sotto processo. Scatterebbero infatti con immediatezza le opportune misure di carattere giudiziario, ai sensi delle norme vigenti». «Da commissariare ci sembra solo la politica e la sua invadenza». È questa infine la posizione del segretario Usigrai Carlo Verna che spiega: «I conti e il loro risanamento non sono la questione Rai, ma la conseguenza della questione Rai. Basta leggere una tabellina pubblicata qualche giorno fa da Il Sole 24 Ore per comprenderlo chiaramente. Se testiamo la salute del servizio pubblico italiano dagli ascolti c'è circa un dieci per cento in più rispetto a quelli inglese, francese e tedesco, nonostante Rai fruisca del canone più basso (nel 2010 Italia 111, Inghilterra 169, Francia 123, Germania 216)». A. D. M.

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