I magistrati indagano su Gamberale
L'expresidente di Autostrade e attuale amministratore delegato del Fondo d'investimenti F2i Vito Gamberale finisce nel mirino delle procure di Milano e Firenze. Per il momento - e a quanto è dato sapere - in compagnia di un altro pezzo grosso, l'ex assessore regionale alle Infrastrutture della Toscana, l'esponente del Pd Riccardo Conti, che dal 2010 è anche membro proprio del Cda di F2i. L'anticipazione del settimanale L'Espresso - in cui si scrive di una telefonata intercettata a luglio scorso tra Gamberale e una persona «in ottimi rapporti con il vertice nazionale del Pd», relativa al bando di gara del comune di Milano per la vendita della Sea - ha dato un'accelerata alle indagini. I pm di Firenze hanno immediatamente disposto una perquisizione e un'acquisizione di documenti negli uffici della F2i a Roma ma anche nei confronti di Conti e di altri soggetti. Sia Gamberale sia l'ex assessore sono infatti indagati per corruzione e il timore degli inquirenti è che la fuga di notizie relativa all'inchiesta di Milano sulla Sea, possa danneggiare anche l'indagine fiorentina. Anche Milano, però, si muove. Il fascicolo con gli atti provenienti da Firenze, arrivato ad ottobre e rimasto per mesi senza un titolare "ufficiale", è stato assegnato ieri all'aggiunto del dipartimento pubblica amministrazione Alfredo Robledo. Per ora non ci sono indagati, ma la procura ipotizza il reato di turbativa d'asta in relazione alla vendita delle quote della Sea. «La vicenda Sea è stata caratterizzata da rigore, trasparenza e legalità in ogni fase del processo di gara» si difende Gamberale, che anche in relazione all'inchiesta fiorentina respinge ogni addebito, sottolineando però la «più totale disponibilità» a collaborare con i magistrati. «Sono uscito da Autostrade nel 2006 e l'anno successivo ho avviato il Fondo F2i - dice -. Non ho mai avuto nulla a che fare con episodi, maturati successivamente, che riguardano i progetti di Autostrade in Toscana e non mi sono mai occupato di lavori, appalti e contributi». Anche Conti si dice «molto sereno» in attesa che i magistrati facciano il loro lavoro. «Non c'è da gridare al complotto né da fare schiamazzi - ha affermato il suo legale - C'è piena fiducia nella magistratura e tutto si chiarirà da solo».