Cgil e industriali frenano sul lavoro Passera: puntiamo a un accordo di tutti
Incontro informale, domani mattina a Milano, tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Alla riunione a margine del convegno di Confindustria saranno presenti il premier Mario Monti, il ministro del Lavoro Elsa Fornero, il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Parteciperà anche la leader di Confindustria Emma Marcegaglia e il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari. Potrebbe trattarsi di un incontro decisivo a pochi giorni dal tavolo che il presidente del Consiglio ha convocato a Palazzo Chigi per martedì. LA CGIL FRENA Le proposte "sentite fino ad ora sull'articolo 18 non ci convincono e non vanno bene", "credo che ci sia ancora della strada da fare" per arrivare all'accordo definitivo e "martedì dal governo ci aspettiamo delle risposte". Susanna Camusso "stoppa" così le speranze espresse ieri dal ministro Fornero su un'intesa a breve sulla riforma del mercato del lavoro. "Vedremo quali proposte saranno fatte", dice la leader della Cgil a Firenze, a quattro giorni dall'incontro di Palazzo Chigi tra governo e parti sociali. "Per noi - aggiunge - l'articolo 18 è una tutela generale. Ha una funzione di deterrenza rispetto all'arbitrio dei licenziamenti. La discussione deve partire dal salvaguardare questo principio. Gli accordi sono possibili quando c'è un merito che viene condiviso. Credo che ci sia ancora della strada da fare", sottolinea. Più ottimista il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, che ai microfoni di Sky fornisce qualche dettaglio sulla riunione di maggioranza di ieri sera con il premier Monti. "Credo che ci possa essere una soluzione che preservi i pilastri fondamentali di tutela dell'articolo 18 e li renda meglio applicabili", spiega. "Soddisfatto" per come stanno procedendo le cose si dice il segretario del Pdl, Angelino Alfano. "Sul mercato del lavoro si va avanti verso una riforma che introduce flessibilità. Dieci anni fa la stavamo facendo noi e sono state portate in piazza un milione di persone contro quella riforma. Abbiamo fato perdere dieci anni all'Italia", afferma. "Vediamo se questa rifoma vedrà la luce, noi pensiamo di sì - sostiene - Su una cosa siamo preoccupati: non possono essere le piccole e medie imprese a pagare il costo della riforma. Lo abbiamo detto al ministro Fornero che ci ha detto che incontrerà i rappresentanti di piccole e medie imprese". Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, spera infine in "un'intesa bella e solida. Credo ci sia la volontà di trovare la quadratura del cerchio, per conciliare le varie esigenze", dice a Radio 24, sarebbe questo, conclude, il modo migliore "per ricordare Marco Biagi" ucciso dieci anni fa dalle Brigate Rosse. MARCEGAGLIA: RIVEDERE FLESSIBILITÀ IN ENTRATA Sul lavoro serve "una buona riforma", avverte Emma Marcegaglia. C'è "forte preoccupazione per il nuovo testo sulla flessibilità in entrata, con più costi, più burocrazia, rischio di ridurre l'occupazione invece di aumentarla". Se non cambia, dice, firmare un accordo "sarebbe di certo un problema". Di chiudere un accordo in tempi strettissimi "la possibilità c'è". Ma, avverte la presidente di Confindustria, "deve essere una buona riforma, e non una riforma che non raggiunge l'obiettivo di creare nuova occupazione. Prima trattiamo e cerchiamo di vedere se è possibile fare un buon accordo. Se dovessero prevalere i testi che abbiamo visto sarebbe certamente un problema", spiega, riferendosi al nodo della flessibilità in entrata su cui si è aperto un nuovo fronte con gli industriali, dopo le modifiche apportate al primo testo. "Deve essere chiaro a tutti, e credo che per il presidente Monti lo sia, che se ci dovessimo presentare ai mercati con una piccola riforma, soprattutto della flessibilità in uscita, la loro reazione sarebbe negativa", ha sottolineato la leader degli industriali. "Sull'articolo 18 conoscete la nostra posizione", ha ricordato Emma Marcegaglia: "La reintegra serve per i licenziamenti discriminatori, in tutti gli altri casi ci vuole un indennizzo. Si sta ragionando sui licenziamenti disciplinari, e noi pensiamo che in questo caso la regola deve essere l'indennizzo, mentre solo in casi del tutto eccezionali e di assoluta insussistenza ci può essere la reintegra. Adesso aspettiamo la proposta del ministro Fornero". PASSERA: È L'ULTIMO MIGLIO "Puntiamo ad un accordo di tutti", ha detto il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, al termine del suo intervento al convegno "Cambia Italia" di Confindustria a Milano, alle domande dei cronisti che gli chiedevano se sulla riforma del mercato del lavoro si giungerà a una convergenza anche con la Cgil. "C'è l'ultimo miglio da fare - ha proseguito il ministro - ma le tre parti hanno fatto molto lavoro in queste settimane e, visti all'opera imprese, sindacati e governo, non ricordo un'altra trattativa di questo genere". "È chiaro che ci siano ancora delle cose che le varie parti sociali hanno rappresentato come per loro insoddisfacenti ma - ha ribadito Passera - è veramente l'ultimo miglio rispetto a un grande viaggio fatto insieme". Sindacati e imprese frenano sulla riforma del lavoro? «No - risponde il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera -, le varie parti per quel che ne so hanno ancora rappresentato dei punti di loro attenzione con lo stesso spirito con cui in questi mesi si è lavorato. Sono sicuro - aggiunge - che poi Elsa Fornero saprà trovare la composizione anche di questo ultimo miglio di difficoltà". È possibile chiudere in tempi cos' stretti come vuole il governo? "Assolutamente sì. Lo speriamo", risponde. "Nelle proposte ci saranno molte misure per andare contro l'abuso di flessibilità e quindi contro l'abuso del precariato", ha annucniato inoltre il ministro per lo Sviluppo Economico. L'ex numero uno di Banca Intesa ha quindi sottolineato come "l'abuso del precariato, che non ha nulla a che fare con la flessibilità in entrata, è un grande problema".