Dl ambiente, sì della Camera alla fiducia
I rifiuti della Campania sembrano non trovare pace. Ancora al centro di uno scontro che a tratti assume i contorni politici, quando è la Lega a mettersi di traverso, a tratti si sposta invece sui contenuti, quando sono i parlamentari campani, sia del Pdl che del Pd, a ritenere il provvedimento inutile se non dannoso. Intanto questa sera l'Aula di Montecitorio ha detto sì alla fiducia (458 sì, 80 no e 6 astenuti) sul decreto Ambiente (in cui si dispone all'art.1 sui rifiuti in Campania) e si attende per domani alle 13,30 il voto finale. Il governo è stato costretto ad accelerare sull'approvazione del testo (composto da tre articoli, il primo sui rifiuti in Campania, il secondo sui bioshopper, il terzo sui materiali di riporto) per i tempi stretti legati alla scadenza del decreto (il 26 marzo). Senza contare che, dopo le modifiche apportate in commissione Ambiente alla Camera, deve tornare a Palazzo Madama. Il nodo principale riguarda il trasferimento fuori regione dei rifiuti campani. Con le modifiche apportate (comma 2-bis, art.1) - un emendamento nato dalla Lega e fatto proprio dal relatore, con parere favorevole del governo, e dei capigruppo in commissione - la spazzatura potrà esser smaltita fuori regione soltanto dopo l'intesa con la «singola regione interessata». Prima invece era il governo a promuovere in Conferenza Stato-Regioni un accordo interregionale per lo smaltimento dei rifiuti campani in altre regioni. Una differenza non solo formale - per alcuni parlamentari campani dei vari schieramenti - ma anche sostanziale, dal momento che per una regione è molto più difficile opporsi in una sede pubblica. Il punto per la Lega però è soprattutto politico: «Noi - dicono il presidente della commissione Angelo Alessandri e il deputato del Carroccio Guido Dussin - daremo voto contrario» a un governo che chiede «la fiducia tutte le settimane». Il Pdl campano, certo, digerisce malvolentieri un provvedimento che, secondo Paolo Russo (il quale non voterà la fiducia), era nato «per dare una mano alle criticità» della regione. Ed invece - continua Russo - con queste modifiche, definite «merce di scambio per la Lega», si rende «più difficile il lavoro che oggi si sta facendo». Anche il presidente della provincia di Napoli e deputato del Pdl, Luigi Cesaro, non parteciperà al voto di fiducia. Sulla stessa linea Edomondo Cirielli, presidente della provincia di Salerno e deputato del Pdl. Per i due il nuovo testo «rischia di distruggere il lavoro di un anno», e parlano di «norme che provocheranno una nuova emergenza». I parlamentari campani del Pd, per bocca di Fulvio Bonavitacola (a altri tra cui Salvatore Piccolo, Luisa Bossa, Tino Iannuzzi), fanno sapere che voteranno sì alla fiducia pur essendo «in disaccordo» e che il «non è appiattito sulla linea del decreto». Per loro «la maggiore responsabilità resta in capo al presidente della Regione». Mandano poi un messaggio al ministro Corrado Clini: «Stavolta è protetto dalla fiducia ma così non migliora la situazione della Campania». L'ultima bocciatura, in ordine di tempo, arriva dal sindaco partenopeo Luigi De Magistris, secondo cui questo sarebbe «un provvedimento contro la Campania e contro Napoli» anche se rimane «fiducioso», ricordando che è «una vicenda» su cui «ho rappresentato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano viva preoccupazione».