Strage di bimbi belgi sul bus della neve
CosìMarielle ha raccontato le immagini del dramma. La donna è passata nel tunnel maledetto subito dopo l'incidente stradale costato la vita a 28 persone l'altra notte nella galleria autostradale di Sierre, in Svizzera. «I sedili anteriori del pullman erano a pezzi, gli uni sugli altri», ha raccontato la donna. «Era orribile». Marielle, madre di due bambini, è sconvolta. «Vedo ancora tutti quei volti che mi guardavano, non so se erano vivi o morti». Parole che più di ogni altre sintetizzano la tragedia del pullman che trasportava un gruppo di ragazzini belgi schiantatosi contro il muro di un tunnel nel Canton Vallese, in Svizzera, provocando la morte di 28 persone, 22 dei quali dodicenni. Tra le vittime anche i due conducenti. Ventiquattro altri ragazzini che si trovavano sul bus sono rimasti feriti, alcuni in modo grave: tre sono in coma. L'incidente è avvenuto in un tunnel tra Sitten e Siders. Dopo aver percorso due chilometri, sceso dalla località turistica nella valle, il pullman ha sbattuto contro il guardrail ed è sbandato finendo contro un muro di cemento. La parte anteriore del mezzo è andata interamente distrutta. Molti passeggeri sono rimasti intrappolati e i soccorritori - circa 200 tra agenti, pompieri e addetti medici - hanno lavorato per ore per liberarli. I feriti sono stati trasportati in ospedale grazie a 12 ambulanze e otto elicotteri. Gli inquirenti svizzeri seguono tre piste dell'inchiesta avviata per fare luce sull'incidente: quella di un problema tecnico, di un problema di salute del conducente o di un errore umano. La polizia elvetica ha reso noto che l'autobus non viaggiava «troppo veloce». «Non abbiamo mai visto niente di simile. Un incidente così grave non era mai avvenuto». Sono sconvolti i soccorritori arrivati nell'inferno di lamiere sull'autostrada A9, nel cantone svizzero di Valais. Il premier belga Elio Di Rupo, è arrivato in Svizzera al mattino. «Noi siamo venuti qui per ringraziare i diversi servizi che hanno lavorato con una professionalità e una generosità ammirevoli», ha detto Di Rupo, visibilmente commosso. «Noi siamo qui - ha continuato il premier belga - per cercare di comprendere perché nel nostro Paese c'è costernazione. Quando si perde un figlio, non ci sono parole». «Resta molto da fare», ha detto ancora Di Rupo, definendo «veramente notevole la collaborazione con la Svizzera». In Belgio è lutto nazionale e tutti i leader eueropei hanno espresso il loro cordoglio. Il ministro dei Trasporti belga, Melchior Wathelet, ha assicurato che la società noleggiatrice del pullman, Top Tours D'Aerschot, «ha un'eccellente reputazione». Le vittime non sono tutte del Belgio: sette bambini sono olandesi e frequentavano la scuola T. Stekske di Lommel. «Profondamente scioccato» il re del Belgio, Alberto II che ha accompagnato i genitori all'aeroporto militare di Melsbroek da dove hanno raggiunto Ginevra. «Non abbiamo parole, solo profondo dolore», ha commentato Dirk De Gendt, un prete della scuola dove sarebbero dovuti rientrare i bambini al termine di una gita organizzata da un gruppo religioso belga. «Poco prima dell'incidente ci fotografavamo a vicenda: noi e gli studenti che erano sul pullman dell'incidente. Poi non li abbiamo più visti»: questo il racconto di un bambino di 12 anni, Stefcornelis, che l'altra sera si trovava su uno dei tre mezzi in viaggio dalla Svizzera verso il Belgio. L'incidente è il più grave in Svizzera dal 1982, quando 39 turisti tedeschi a bordo di un torpedone morirono travolti da un treno all'altezza di un passaggio a livello.