Ghizzoni (Unicredit): contro i banchieri un clima di ostilità e diffidenza
Asottolinearlo l'a.d di Unicredit, Federico Ghizzoni che, parlando a Roma alla presentazione di un'iniziativa del Gruppo, ha anche rilevato che gli istituti di credito affrontano «un clima di diffidenza e forse anche di ostilità». Il manager ha poi sostenuto che le banche italiane non chiedono «favoritismi» al governo ma «un contesto legale-amministrativo dove si possa lavorare e fare impresa» perché sono aziende «private» disposte a fare sacrifici per il paese». In tal senso per Ghizzoni la norma che azzera le commissioni bancarie non permette «di lavorare, in un clima di prezzi commissariati». Per far calare i prezzi «occorre - ha affermato - avere più competizione». Agli imprenditori lìad riconosce che c'è stato un calo del credito a fine 2011 ma occorre «un dialogo costruttivo» e le aziende devono «affrontare i loro problemi strutturali». Il banchiere ha anche sottolineato che la domanda di credito «nei primi tre mesi dell'anno sta gradualmente tornando» dopo la caduta dei mesi scorsi e «c'è più risposta dalle banche». Per Ghizzoni tuttavia non si tratta di domanda per investimenti «ma è soprattutto per il capitale circolante» (rifinanziamento debito esistente o spesa corrente ndr). Unicredit è, quindi, pronta per «i prossimi anni» a erogare «40 miliardi di credito aggiuntivo alle imprese e più di 35 alle famiglie», ha spiegato l'a.d di Piazza Cordusio, che però avvertito che il tutto va fatto «in maniera corretta, e perchè no anche selettiva. Siamo disposti a fare credito ma non chiedeteci di lavorare in perdita. Siamo una impresa privata ed abbiamo diritto a fare profitto. Ma c'è un assoluto impegno a fare credito». L'invito del banchiere è stato raccolto dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che si è detta pronta ad un confronto con le banche. In particolare per Marcegaglia gli istituti di credito «devono essere responsabili» nel selezionare quelle «imprese che sono sane ma hanno solo difficoltà temporanee per esempio di liquidità». Sullo stesso tema anch e l'intervento del ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera: «Si aggira intorno ai 100 miliardi o anche di più il debito della P.a. con le imprese e tra privati: si tratta dunque di un problema da risolvere anche per portare in circolo queste risorse». Passera ha ricordato a tale riguardo che il premier Monti «ha detto che saremo i primi ad adottare la direttiva europea sui pagamenti e questo vuol dire allinearci ai comportamenti onesti».