Bersani si smarca dalla Cgil per non restare schiacciato
Untimore confessato solo nelle conversazioni private. Ma il Partito Democratico guarda al dibattito sulla riforma del mercato del lavoro e ha paura. Dopotutto non è un segreto che su questo tema i Democratici si giocano molto del presente e quasi tutto il futuro. Angelino Alfano li ha spiazzati con il suo cambio di passo. Li ha costretti a rincorrere su argomento che appartiene alla storia del centrosinistra italiano. E anche se Pier Luigi Bersani ostenta sicurezza («Se Alfano mette la tuta blu io sono contentissimo, sui temi del lavoro sono a mio agio»), l'allerta è al massimo. A via del Nazareno temono infatti che la Cgil decida di sfilarsi all'ultimo minuto riproponendo la vecchia spaccatura con Cisl e Uil che aveva caratterizzato gli anni berlusconiani. Certo, ieri, Susanna Camusso si è lasciata sfuggire un «mi pare stiano maturando cose positive». Aggiungendo, però, che è comunque meglio mantenere una certa «prudenza». Insomma da qui al 23, quando il governo chiuderà la partita, la strada è ancora lunga. Bersani lo sa e sa anche che se la Cgil si sfilasse per lui sarebbe la fine. Nel partito, infatti, in molti già oggi gli contestano un eccessivo "schiacciamento" sulle posizioni del sindacato guidato da Camusso. Per questo il segretario sta provando a correre ai ripari. Ieri ha visto il leader della Cisl Raffaele Bonanni, ma avrà contatti anche con gli altri segretari, con Rete Imprese Italia e Confcooperative. L'obiettivo è dimostrare che il Pd c'è e, nel caso, intestarsi il risultato di un'intesa che metta d'accordo tutti. Anche lui, però, si mantiene sul vago. «Nelle ultime ore - dice al termine dal faccia a faccia con Bonanni - c'è qualche spiraglio positivo. Il Pd è al servizio di un accordo perché le cose devono cambiare ma serve un'intesa per uno sforzo comune in questi tempi di crisi. Sia negli incontri di questi giorni sia nel vertice di domani (oggi ndr) con Monti sospingeremo con qualche contenuto perché si arrivia all'accordo». A questo punto molto dipende dal vertice di stasera tra il premier Mario Monti e i segretari dei partiti che sostengono il suo esecutivo. Non è un segreto che il Pdl vorrebbe un intervento significativo sull'articolo 18. Al contrario Bersani spinge per una «manutenzione». E solo una volta affrontata la questione degli ammortizzatori sociali. Il ministro Elsa Fornero sembra ottimista sulla possibilità di raggiungere l'accordo entro i termini stabiliti. Ma ogni giorno ha la sua pena. Da qui al 23 tutto potrebbe ritornare in discussione.