Basta gite solo ludiche
Ancorada appurare la dinamica dell'incidente cioè se lo schianto dell'autobus contro la parete del cunicolo che ha provocato 28 vittime, tra cui 22 ragazzini di una scuola belga, sia stato causato da un guasto improvviso o da un errore umano. La notizia dell'immane carneficina crea sgomento, raccapriccio e sconcerto. In questi giorni in cui tante scolaresche stanno per partire per l'agognata gita d'istruzione ci saranno altrettanti genitori in fibrillazione. La maggior parte di questi ragazzi, infatti, viaggiano su un pullman affittato dalla scuola. Resta il mezzo di trasporto preferito perché più comodo (porta direttamente a destinazione) non il più economico. Il dilemma che affligge i genitori è il seguente: come possiamo essere certi che il pullman su cui si sposteranno i nostri figli è in buone condizioni e che l'autista sia una persona affidabile? «In realtà i controlli di routine sui mezzi vengono fatti dai gestori dei pullman e non dalla scuola - ci dice Antonio Affinita direttore generale Moige- Movimento Italiano Genitori - Come anche gli esami sullo stato di salute e sull'equilibrio psico-fisico dei conducenti. Dunque non resta che fidarsi della società che affitta i pullman. Piuttosto questa tragedia ripropone ancora una volta la problematica della sicurezza stradale». A proposito di sicurezza c'è qualcosa che come genitori si potrebbe chiedere? «Considerato che si tratta di pullman dove viaggiano bambini e intere scolaresche bisognerebbe pretendere il doppio autista che assicura l'alternanza alla guida necessaria soprattutto nelle lunghe distanze. Spesso questi viaggi sono molto pesanti. Per ottimizzare il tempo e vedere più cose si macinano chilometri sfruttando magari le ore destinate al riposo. Insomma si creano delle situazioni massacranti. Non si rispettano le norme che impongono lo stop dopo tot ore di guida. Ecco perché il secondo autista dovrebbe essere obbligatorio, almeno quando viaggiano i bambini». Da noi fortunatamente incidenti così tragici non si sono mai verificati? «Bisogna comunque far rispettare le regole. E non è così automatico. Ad esempio i bambini dovrebbero sempre viaggiare con le cinture di sicurezza allacciate anche sui pullman. E invece questo sui pullman non è obbligatorio. Inoltre non si possono coprire in poche ore lunghe distanze». Cosa dire ai genitori che ora hanno paura? «Che questa tragedia invece dovrebbe piuttosto far riflettere sulla necessità e validità di certi viaggi cosiddetti d'istruzione che spesso si rivelano piuttosto scadenti e anzichè essere pedagogici e istruttivi si trasformano in eventi ludici e goliardici. Inoltre, quando possibile, sarebbe meglio preferire il treno che resta sicuramente un mezzo più ecologico e anche sicuro». C'è anche chi suggerisce di adottare l'elettronica già utilizzabile nelle auto, negli autocarri e nei bus. Molti dispositivi infatti sono in grado di risolvere alcuni problemi che nascono dall'inesperienza dei guidatori (come l'ABS e l'antisbandamento ESP) o dalla loro distrazione o peggio. Alcune auto e molti veicoli industriali di ultima generazione sono già dotati di sensori radar e di telecamere per il riconoscimento della strada e del traffico, capaci di gestire autonomamente situazioni di rischio, come l'imminenza di un tamponamento o lo spostamento per sonno del mezzo rispetto alla carreggiata. Allarmi vari prevengono il classico colpo di sonno alla guida con emissioni di vibrazioni e segnalazioni sonore che avvisano chi è al volante se il comportamento su strada si fa irregolare per sonnolenza o stanchezza. «L'affaticamento durante la guida può succedere a chiunque - spiega l'ingegnere Margareta Nieh, esperta Ford degli effetti della stanchezza sulla guida - e quando il guidatore inizia a perdere lucidità e concentrazione, tende ad deviare anche solo leggermente dalla traiettoria ideale, per poi correggerla repentinamente». Anche Volvo ha sviluppato un sistema che riduce i rischi da affaticamento, un dispositivo che, utilizzando due telecamere, una puntata sulla strada ed una sul guidatore, aggiunge alle segnalazioni provenienti dallo spostamento del veicolo rispetto alla traiettoria, anche quelli relativi ai «segnali» di stanchezza che si leggono sul volto dell'autista. Il veicolo, se scatta questo allarme, limita autonomamente prima la velocità e se non ci sono segnali positivi inizia a rallentare fino a fermarsi.