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«La riforma del lavoro si chiude entro il 23 marzo»

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L'obiettivoprincipale della riforma, ha spiegato l'esecutivo, è la riduzione dei livelli di disoccupazione del Paese, portandola «al 4-5% strutturale». Questo è «un tassello essenziale ai fini della crescita, con un forte coinvolgimento del sud. Non c'è crescita senza equilibrio tra nord e sud». E per non perdere ulteriore tempo ecco che in serata la Fornero ha annunciato che oggi invierà alle parti sociali due documenti per spiegare nel dettaglio le proposte sulla riforma del mercato del lavoro. Uno, secondo quanto si apprende, è sui contratti e l'altro sulla assicurazione sociale per l'impiego. Le parti sociali invieranno poi le proprie osservazioni su questi testi. Da oggi inoltre partiranno incontri bilaterali su articolo 18 e flessibilità in uscita. Il tutto per arrivare all'incontro di lunedì prossimo a Palazzo Chigi al quale parteciperà anche il premier Monti con le idee quanto più chiare possibili. Ma ecco nello specifico cosa prevede la bozza di riforma. Per quanto riguarda i nuovi ammortizzatori questi andranno a regime dal 2015 e i fondi per finanziarli «non saranno presi dal fondo sociale». Parole del ministro Fornero che aggiunge: «Il governo si impegna a trovare le risorse al di fuori dei capitoli di spesa sociale». La riforma degli ammortizzatori sociali sarà incentrata tra l'altro sulla creazione dell'Assicurazione sociale per l'impiego (Aspi). Si tratta di una forma di tutela e di sostegno al reimpiego. L'Aspi sostituirà tutto quanto oggi non rientra nella cassa integrazione ordinaria comprendendo indennità di mobilità, incentivi di mobilità, disoccupazione per apprendisti, una tantum co.co.pro e altre indennità. Si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e ai lavoratori pubblici con contratto a tempo determinato. Sono nel frattempo emerse alcune delle linee guida che l'esecutivo intende seguire. La cassa integrazione straordinaria, ad esempio, «resterà» ha puntualizzato il ministro spiegando che «si elimina solo la causale per cessazione attività». Quanto ai contratti di lavoro, quelli a tempo «dovranno costare un po' di più».

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