Alfano apre la campagna elettorale
Gli ultimi sondaggi arrivati sul suo tavolo indicano una sostanziale inversione di tendenza. Il Pdl non solo ha fermato la caduta libera, ma ha anche recuperato qualcosa rispetto al Pd che, al contrario, vive un momento di difficoltà. Sarà forse per questo che il segretario Angelino Alfano, dopo aver fatto saltare il vertice fissato mercoledì con il premier Mario Monti, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, continua ad alzare la voce. Con le Amministrative che si avvicinano è fondamentale dare agli elettori la percezione che il partito stia lavorando per loro. Che la principale forza del centrodestra non è morta, anzi ha tutta l'intenzione di non lasciarsi commissariare dal governo dei tecnici, né dettare l'agenda da Democratici e Terzo Polo. La parole che il segretario pronuncia in chiusura della Scuola di formazione del Pdl a Orvieto non lasciano dubbi. La linea è definita: sosteniamo Monti con lealtà ma con la «schiena dritta» e parliamo di cose che interessano la gente. «Noi suggeriremo al governo - spiega - e lo faremo dall'alto dei nostri numeri e della nostra forza parlamentare, tre priorità: lavoro, lavoro, lavoro. Questo significa dire sostegno alle imprese, riforma del mercato del lavoro e pensare agli imprenditori del Nord che rischiano di chiudere le imprese perché le banche chiudono il credito». Eccoli qua i temi che «scaldano il cuore» degli italiani. In fondo sono settimane che il Pdl ha iniziato la sua battaglia contro i cosiddetti «poteri forti». Dalle agenzie di rating fino agli istituti di credito che prendono soldi dalla Bce ma non li redistribuiscono a imprese e famiglie. E mercoledì mattina alle 11 arriverà a via dell'Umiltà il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari. «Lo incontrerò - prosegue il segretario - per dire che il Pdl sta con le banche se le banche stanno con il popolo, noi non saremo contro il popolo perché siamo il popolo e rappresentiamo la gente». Quindi annuncia che il partito comincerà «un'azione di pressing sul governo Monti affinché lo stesso esecutivo vigili sulle banche che devono dare conto di come hanno utilizzato i soldi della Bce. Ci deve essere chiarezza di rapporti». Lavoro e battaglia per dare soldi al «popolo», la sfida ai Democratici è lanciata. E proprio sul loro terreno, su temi che rappresentano l'oggetto sociale della sinistra italiana. Argomenti su cui però, in questo momento, il Pd fatica ad esprimere una linea unitaria (soprattutto sul lavoro). Così Alfano affonda il colpo. Ma nei pensieri del segretario non c'è solo Bersani. Casini e il Terzo Polo puntano molto sulla sconfitta del Pdl alle Amministrative nella speranza che, dopo, il partito imploda liberando pezzi che andranno a rafforzare le file centriste. Così Alfano prima ribadisce che il suo obiettivo è quello di «rimettere insieme i moderati» («non faccio appelli, chi ci sta, ci sta»), poi sfida anche loro. Lo fa affrontando il tema delle unioni gay e delle coppie di fatto. A dire il vero l'oggetto dell'attacco è ancora Bersani, ma è piuttosto evidente che le sue parole nascondano un avvertimento, rivolto all'Udc e al suo elettorato, a non farsi tentare da improbabili alleanze con il centrosinistra. «L'alleanza Di Pietro, Vendola e Bersani - rilancia - va nella direzione dello zapaterismo e non di una moderna sinistra europea. Lo zapaterismo è un germe che rischia di attaccare i valori che noi difendiamo, come abbiamo fatto con il dl su Eluana Englaro, la difesa della vita sin dal concepimento oppure i tanti no che abbiamo detto sullo scardinare la famiglia. Se la sinistra andrà al governo farà quello cha ha fatto la sinistra in Spagna: il matrimonio tra uomini, le coppie di fatto buttando fumo sulla società spagnola distraendo le forze migliori dalla crescita e lo sviluppo. E oggi il partito socialista è ai minimi termini. Questo sarà l'inevitabile destino della coalizione Bersani, Di Pietro e Vendola». Immediata scatta la polemica. Le associazioni degli omosessuali, i partiti che compongono la cosiddetta «foto di Vasto» (Idv, Sel e Pd) e quelli della sinistra più radicale attaccano il segretario accusandolo di non conoscere la destra europea che, su questi temi, ha un atteggiamento molto più aperto. E mentre l'Udc resta in silenzio, critiche arrivano da Fli, segnale evidente di come l'argomento provochi qualche motivo di divisione all'interno del Terzo Polo. Che tra l'altro, ieri, si è diviso a Palermo dopo che il candidato sindaco Massimo Costa ha rivolto un appello al Pdl affinché decida di sostenerlo. Insomma, a ben guardare, la linea Alfano sembra già dare gli effetti sperati. E l'unico vero intoppo si registra sul fronte Lega. Da Orvieto il segretario tende la mano al Carroccio invitandolo a non correre da solo consegnando «il Nord alla sinistra». Un appello che non rimane inascoltato. La replica spetta all'ex ministro Roberto Maroni: «Alfano chiede alla Lega di allearsi con il Pdl alle Amministrative per non far vincere la sinistra. Oh bella ma non siete voi del Pdl alleati con la sinistra a Roma? Togliete il sostegno al governo Monti-dracula e (forse) ne riparleremo».