Soldi e affari: la Margherita scarica Lusi
Dopo le «rivelazioni» del senatore Luigi Lusi, gli ex della Margherita danno mandato agli avvocati di denunciare l'ex tesoriere. Lui ha annunciato in tv un terremoto nel centrosinistra. Non ha scelto di assumersi le sue responsabilità né di diventare il grande accusatore della politica. Ha preso una strada diversa, quella che fa storcere il naso agli ex esponenti Dl. Allude, apre scenari, quasi minaccia. Ma non dice. La procura di Roma acquisirà il filmato dell'intervista mandata in onda da Michele Santoro nella trasmissione Servizio pubblico. A piazzale Clodio non si esclude che l'ex tesoriere della Margherita possa essere riconvocato a breve, dopo l'interrogatorio di metà gennaio. Invece eventuali ulteriori finanziamenti a esponenti o gruppi politici del centrosinistra non sarebbero oggetto di approfondimenti perché consentiti dallo statuto della Margherita. In effetti lascia perplessi che lo scontro politico si sia acceso anche sulla consueta attività di un tesoriere. Che senso ha la fuga degli esponenti Democratici di fronte alle notizie sui finanziamenti trasferiti da Lusi, cioè dal partito, ai suoi candidati? I magistrati continuano ad analizzare le carte, soprattutto quelle sulla movimentazione del denaro finito nei conti correnti del partito tra il 2007 e la fine del 2011: il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza avrebbe praticamente ricostruito il flusso di quasi 80 milioni di euro. Stesso discorso vale anche per quei 4,5 milioni in assegni che non erano stati ancora tracciati. Nella vicenda che, oltre al senatore chiama in causa la moglie, il cognato e la nipote acquisita, figurano come indagati altri soggetti legati alle società immobiliari dell'ex tesoriere. La difesa del senatore Lusi va al contrattacco e annuncia che farà ricorso al tribunale del riesame di Roma contro i sequestri operati due giorni fa dai militari della Guardia di finanza in seguito a quanto stabilito dalla Procura. L'avvocato Luca Petrucci, difensore del parlamentare, ha spiegato: «Sul merito del provvedimento non mi pronuncio. Ma sottolineo che lo stesso è stato eseguito per ragioni di presunta somma urgenza, che a mio parere non ricorreva, secondo quello che impone il codice: siamo a mio avviso in presenza di una forzatura». Nella Margherita non hanno gradito le parole di Lusi in tv e hanno dato mandato ai propri legali di valutare se sussistano gli estremi per procedere a una denuncia nei confronti dell'ex tesoriere. «I dirigenti della Margherita, Francesco Rutelli, Enzo Bianco e Giampiero Bocci - spiega l'avvocato Titta Madia, che assieme al collega Alessandro Diddi tutela gli interessi del partito, - ci hanno incaricato di studiare la possibilità di denunciare il senatore Luigi Lusi per le dichiarazioni grossolanamente diffamatorie fatte ieri nel corso del programma televisivo di Michele Santoro. Noi - aggiunge il penalista - stiamo valutando se sussistano gli estremi del reato di diffamazione in relazione alla genericità delle allusioni di Lusi, calunniose, ma non rivolte specificamente ad alcun soggetto identificabile». La tensione sale. «Le parole di Lusi sono sconcertanti e le accuse che lancia non si possono lasciar cadere nel vuoto - spiega il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi - Il senatore del Pd dice che la questione non è tanto quella dei venti milioni che ha preso lui, ma i circa duecento che ha preso qualcun altro. Chi è chiamato in causa si discolpi e vada a chiarire la sua posizione. I presidenti di Camera e Senato non restino inerti e calendarizzino immediatamente in Aula il ddl sul finanziamento dei partiti. Si deve impedire che i fondi pubblici diventino privati». Interviene anche il tesoriere del Pd, Antonio Misiani: «Lusi parli per sé perché le responsabilità sono personali e non legate ad una funzione». Al deputato Democratico non è proprio andata giù una frase di Lusi: ho fatto «il tesoriere e non il santo».