Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Primarie e intese spaccano Pd e Terzo Polo. Comincia la resa dei conti

default_image

  • a
  • a
  • a

Sonogli ultimi effetti in Sicilia di un inarrestabile terremoto provocato dalle primarie del centrosinistra di Palermo. La prima testa a saltare nel partito di Bersani, dunque, è proprio quella del suo fido, Giuseppe Lupo. Ma l'incontrollabile valanga dei gazebo travolge Mpa e Fli, messi all'angolo dall'Udc con la silenziosa complicità del Pdl. Ma andiamo per ordine. E partiamo dai Democratici sempre alle prese con le guerre intestine che ormai stanno aprendo le porte al commissariamento del partito. «Rimetterò il mio mandato dopo le elezioni» annuncia sconsolato Giuseppe Lupo, dopo la sconfitta alle primarie di Rita Borsellino, candidata dello stesso dimissionario e del leader Pd, Pier Luigi Bersani. Minaccioso, invece, il Democratico Enzo Bianco: «Dopo le elezioni - dice il senatore - sarà il momento di discutere, anche a fondo, ma adesso è auspicabile ritrovare serenità per affrontare la tornata delle Amministrative». Una tregua armata strategica, d'altronde, perché proprio dal voto di Palermo si tracceranno gli scenari politici nazionali. Già i primi segnali si avvertono. Sul fronte del centrosinistra, infatti, è sempre più sbiadita l'immagine di Vasto. C'è un Pd che nello sperimentare l'unità (forzata), tenta di prendere la volata per far conquistare la poltrona di sindaco al vincitore delle primarie, Fabrizio Ferrandelli. Ma la candidatura dell'outsider, che obtorto collo sarà sostenuta anche dai bersaniani ripiegati dalla disfatta della Borsellino, continua a essere bocciata sia da Idv, sia da Sel, per non parlare del Partito di Rifondazione comunista. Leoluca Orlando insiste nell'evocare il ritorno in campo della Borsellino, che a sua volta, ha fatto ricorso sull'esito delle primarie definite «inquinate» e sul quale domani dovrebbe esprimersi, definitivamente, l'organismo competente. Travolto dalla valanga, come detto, anche il Terzo polo. Protagonista il candidato sindaco Massimo Costa, voluto da Futuro e Libertà, e a cui si sono affiancati Mpa, Udc e Grande Sud. Appena Costa, ex presidente del Coni Sicilia, ha bisbigliato l'apertura al Pdl, Raffaele Lombardo e i falchi finiani, Carmelo Briguglio, e Fabio Granata, saltano in aria: «Costa non è più il nostro candidato». Fedeli a Costa, e aperti al Pdl di Alfano rimangono, invece, Udc e GS. Per essere crudi, Fli s'è scavato la fossa con le proprie mani. Non è da escludere che ciò non possa compromettere i rapporti tra Casini e Fini. Di certo si è messo un altro mattone alla casa dei moderati.

Dai blog