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Dell'Utri: la Cassazione annulla la sentenza

Il senatore Marcello Dell'Utri

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Tutto da rifare. Dopo 18 anni di accuse, indagini, processi non è ancora il momento di scrivere la parola fine sulla vicenda giudiziaria che vede protagonista Marcello Dell'Utri. La Cassazione ha infatti annullato con rinvio la sentenza d'appello che condannava il senatore del Pdl a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. E ora il processo di secondo grado dovrà essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici. La decisione è arrivata ieri sera al termine di una giornata che si era aperta con la requisitoria del sostituto procuratore generale della Cassazione Francesco Iacovello. Ed è stato proprio lui a "demolire" la sentenza d'appello chiedendone l'annullamento con rinvio. «Nessun imputato - ha spiegato - deve avere più diritti degli altri, ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri: e nel caso di Dell'Utri non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio. L'accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza "Mannino" della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere». E ancora: «Il concorso esterno è ormai diventato un reato autonomo, un reato indefinito al quale ormai non ci crede più nessuno! Se dalla sentenza su Dell'Utri togliamo tutte le frequentazioni e le conoscenze non rimane niente». Insomma non bastano i racconti dei pentiti, perché descrivere il senatore Pdl come «il referente o il terminale politico della mafia non significa nulla. Non si fanno così i processi, si devono descrivere i fatti i concreti». Quindi la richiesta: nuovo processo. Il pg ha anche proposto, in alternativa, che la vicenda venisse trattata dalle sezioni unite penali, ma alla fine, dopo tre ore di camera di consiglio, i giudici della Corte Suprema hanno annullato la sentenza con rinvio. Così, dopo la condanna a 9 anni di reclusione in primo grado e quella a 7 in secondo, ora Dell'Utri spera di vedere definitivamente riconosciuta la propria innocenza. Secondo i calcoli la prescrizione del reato dovrebbe scattare nella seconda metà del 2014, ma i difensori del senatore Pdl non vogliono arrivare a quel punto. «Nel nuovo processo che si terrà a Palermo - spiega l'avvocato Giuseppe Di Peri - noi non ci auguriamo la prescrizione, né la cercheremo, ma chiederemo che sia riconosciuta l'estraneità e l'innocenza del senatore Dell'Utri». Concetto ripetuto anche dal diretto interessato: «Affronterò il nuovo processo ancor più convinto della mia innocenza che ho testimoniato in tutti questi anni, fiducioso nella giustizia». La notizia dell'annullamento della sentenza è accolta con soddisfazione da tutto il Pdl (nessun commento dalla procura di Palermo). In molti puntano il dito contro quello che considerano, a tutti gli effetti, un «processo politico». Il segretario Angelino Alfano invita il senatore a «tenere duro» e a continuare a difendersi. Mentre il capogruppo del partito a Palazzo Madama Maurizio Gasparri si domanda: «Qual è stato il danno materiale e morale per il senatore Dell'Utri? E per la nostra parte politica qual è stato il danno elettorale?» E rilancia la necessità di approvare senza modifiche il testo che introduce la responsabilità civile dei magistrati. Pienamente soddisfatto, raccontano, anche l'ex premier Silvio Berlusconi ancora in Russia dove ha fatto visita a Vladimir Putin. Di certo la decisione della Cassazione, dopo quella sul caso Mills, contribuisce a sminare ulteriormente il dibatitto politico. Un altro aiutino alla sopravvivenza del governo guidato da Mario Monti.

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