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Voto sotto inchiesta. Borsellino fa ricorso

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Tanto tuonò che piovve. Ci sono i primi indagati e il polverone seguito all'esito del voto si ingigantisce. Addirittura i carabinieri arrivano nella sede di Palermo del Partito democratico. Rita Borsellino fa ricorso, contestando l'elezione del suo avversario Fabrizio Ferrandelli, vincitore alle primarie del capoluogo siciliano. E prende sempre più quota la candidatura della sorella del magistrato ucciso dalla mafia a sindaco di Palermo. Ma andiamo per ordine. Una rappresentante di lista di Ferrandelli e il suo compagno sono indagati dalla procura di Palermo per presunte attività illecite nello svolgimento delle elezioni del centrosinistra di domenica. Agli indagati, sarebbero stati sequestrati, oltre a documenti elettorali, deleghe per ritirare certificati al comune. I carabinieri si sono recati anche nella sede del capoluogo siciliano del Pd. Hanno acquisito l'elenco degli elettori che hanno votato nel seggio del quartiere Zen, teatro delle presunte irregolarità. Gli uomini dell'Arma hanno pure ascoltato e continueranno ad ascoltare scrutatori e rappresentanti di lista dei quattro candidati: Fabrizio Ferrandelli, Davide Faraone, Antonella Monastra e Rita Borsellino. Immediato l'intervento del legale dei due indagati che ha replicato stizzito: «Le primarie di un partito o di una coalizione non sono elezioni. La condotta dei miei assistiti non configura alcun reato». Anche la Borsellino, come detto, ha fatto ricorso, ma al collegio dei garanti che, secondo Leoluca Orlando, «non potrà che annullare la consultazione». Dalla carta bollata, ai veleni. Apre le danze Ferrandelli, che nel corso di una conferenza stampa ad hoc, va al contrattacco: «Contro di me c'è una campagna ordita col metodo Boffo». Poi si scaglia su Orlando, portavoce di Idv, partito, fino a poche settimane, dello stesso vincitore delle primarie: «La rappresentante di lista indagata me l'ha presentata Orlando nel 2007. Orlando? Per il centrosinistra è più pericoloso lui che Lombardo». Poi, l'affondo: «Di Pietro mi appoggia, ci siamo sentiti». In sostanza, dai gazebo palermitani è scoppiato un terremoto politico-giudiziario. Scosse che, com'è noto, sono arrivate fino alla Capitale. E che oltre al Pd, stanno lacerando sempre più il partito di Di Pietro. Nell'Idv, infatti, lo scontro continua a inasprirsi tra Sonia Alfano e Leoluca Orlando. L'europarlamentare continua a sostenere Ferrandelli, e a sferrare colpo bassi: «Qualche dominus rischia di perdere il controllo dei propri potentati e non accetta la via del tramonto». Il portavoce di Idv, invece, non appoggerà «mai» Ferrandelli. E minaccia: «Se la mia linea fosse diversa da quella di Di Pietro dovrei dimettermi». E, a sentire Ferrandelli. Ma se l'Idv piange, il Pd non ride. Infatti, le guerre intestine non hanno tregua. Le scosse telluriche che hanno colpito i democratici continuano a far traballare le poltrone di Pier Luigi Bersani e del segretario siciliano Giuseppe Lupo. A far vacillare sempre più il numero uno del Pd, pensa l'inventore delle primarie. «Avrei difficoltà a riconoscere un candidato migliore di Rita Borsellino - afferma Arturo Parisi -. Ma con quella impostazione, avrebbe perso anche se avesse vinto». Un altro colpo lo dà il senatore, Giuseppe Lumia, big sponsor di Ferrandelli, che parla di «lezione siciliana». Frattanto, con un Pd barcollante, la sinistra affila le armi e fa quadrato per lanciare la candidatura della Borsellino a sindaco di Palermo. Una candidatura sempre più sponsorizzata dal portavoce di Idv. E non solo. «Sono completamente d'accordo con Orlando - sottolinea il segretario di Rc, Paolo Ferrero - Auspico l'annullamento delle primarie. Rifondazione comunista non riconosce nel modo più assoluto il risultato di questa truffa e lavora per la costruzione di uno schieramento autonomo e alternativo al Terzo polo e alla destra». Auspico - conclude Ferrero - che Rita Borsellino sarà alla guida di questo schieramento. Anche Sel, il partito di Vendola, esprimendo «preoccupazione per le notizie che rischiano di legittimare la consultazione elettorale» ritiene «urgente la convocazione di un tavolo per aprire la discussione su quanto è accaduto».

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