Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

La Fiom litiga con Cgil e Pd

Esplora:
Fiom

  • a
  • a
  • a

C'è il cartellone che ritrae Sergio Marchionne camuffato da boia fascista, il pupazzo del Cav disponibile sia nella versione «impiccato» che in quella con le manette. Ci sono tante bandiere rosse, quelle falce e martello, quelle Idv. C'è chi canta «Bella ciao» e chi lancia fumogeni e mortaretti, mentre Landini dal palco che attacca «l'autoritarismo» dell'amministratore delegato Fiat e minaccia lo sciopero generale. È la solita manifestazione della Fiom, si dirà. Già, ma manca qualcosa. Qualcuno. Manca il Pd. Il Partito democratico ha deciso di non partecipare alla manifestazione organizzata dal sindacato dei metalmeccanici per dire no al «modello Pomigliano» e ribadire l'insindacabilità dell'articolo 18 perché sul palco, in piazza San Giovanni, interverranno anche i No Tav. «Abbiamo scelto di non partecipare per una questione di coerenza, di rispetto nei confronti degli organizzatori: noi abbiamo una posizione differente sull'alta velocità» spiega da giorni Stefano Fassina, prima favorevole alle richieste delle tute blu. Ecco allora che sul palco, ad esporre le ragioni di chi è contrario alla Torino Lione, sale il presidente della comunità montana della Val Susa, Sandro Plano e si consuma il miracolo: per colpa della sua presenza il Pd non è in piazza, ma - in realtà - è proprio grazie a lui che il Pd, in piccola parte, c'è: «Da qui vedo parecchie bandiere, ma non del mio partito: sono un iscritto al Pd», dice iniziando il suo intervento. «Il No tav che parla dal palco è un amministratore iscritto al Pd. Houston, abbiamo un problema», commenta subito su Twitter il rottamatore democratico Pippo Civati. Di più. «Dopo il ragionevole e articolato intervento No tav è ancora più difficile giustificare l'assenza del Pd alla manifestazione», cinguetta poco dopo. I democratici hanno un problema. Si sono persi la piazza. E la piazza non perdona. È Paolo Flores d'Arcais a rifilare l'attacco più duro al segreterio del Pd: «Un certo signor Marchionne ha accusato la Fiom di fare politica. Una certa signora Marcegaglia si lamenta che la Fiom fa politica. Un certo cavalier Berlusconi ha sempre trattato la Fiom come il demonio perché fa politica. Buon ultimo è arrivato Bersani, che ha vietato ai dirigenti del Pd di partecipare a questa manifestazione perché la Fiom fa politica, anzi una brutta politica - spiega il direttore di Micromega - Vorrei dirlo sommessamente, con i toni sobri che sono di prammatica da quando abbiamo un nuovo governo: questi signori, ogni volta che si stracciano le vesti perché la Fiom fa politica, hanno la faccia come il c...», attacca. Non solo Bersani e il Pd. Ce n'è per tutti. Il segretario confederale Cgil, Vincenzo Scudiere, sul palco in rappresentanza di Susanna Camusso impegnata a New York, viene accolto da fischi, slogan e cori non certo amichevoli: «Buffone», gli urlano quando fa riferimento al tavolo della trattiva con il governo sulla riforma del mercato del lavoro. Già, perché oltre alla Tav, è il sostegno al governo Monti che ha fatto sparire le bandiere Pd dalle piazze.

Dai blog