Alfano sbatte le porta. Salta il vertice con Monti
Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, si tira fuori. Salta il vertice tra il premier Monti e i leader dei partiti maggiori che sostengono il governo. Dal canto suo il Professore prova a gettare acqua sul fuoco e spiega che l'incidente di percorso è stato causato da «ragioni inerenti ai rapporti tra i tre principali partiti». Il governo, insomma, è fuori discussione. La giornata non faceva ben sperare fin dal mattino. «A leggere i giornali pare che stasera con Monti si parlerà solo di Giustizia e Rai....e pensare che credevamo che la priorità del Paese fosse l'economia, lo sviluppo, la crescita. Forse ci eravamo sbagliati» ha scritto su Facebook, il segretario del Pdl Alfano. «Ovviamente - aggiungeva - noi parleremo di economia, riforma fiscale e, anche sulla giustizia, se proprio la ritengono "missione centrale" del governo, arriveremo con le nostre proposte: la legge anticorruzione a prima firma Berlusconi-Alfano, la responsabilità civile dei magistrati (chi sbaglia paga), il giusto processo (per la parità tra accusa e difesa). Tutti temi già discussi in un ramo del Parlamento e pronti per l'approvazione». Dopo una quarantina di minuti il colpo di scena. In un'intervista al Tg5 il segretario del Pdl annuncia che non parteciperà al vertice che era previsto in serata a Palazzo Chigi. Precisa anche che la sua decisione non compromette la tenuta dell'esecutivo. «Non ci andrò - spiega Alfano - perché mi pare di capire si voglia parlare di Rai e giustizia». In ogni caso, «il pasticcio di oggi non è responsabilità di Monti che domani avrà la nostra fiducia alla Camera dove ci sarà una votazione. Da questo punto di vista non verrà meno la fiducia al governo». La spiegazione del segretario del Pdl diventa più esplicita dopo qualche minuto: «Se lì mi devo incontrare per soddisfare sete di poltrone Rai o per far avvicinare Bersani con Vendola e Di Pietro sui temi della giustizia, sarebbe solo un teatrino della politica a cui mi sottraggo». A quel punto ci ha pensato Monti ad annullare l'intero vertice, spostandolo alla prossima settimana. Alfano ha convocato una «riunione urgente» con capigruppo e coordinatori del partito. Ne è uscito un Pdl piuttosto agguerrito, determinato a dire no a «giochini» di palazzo per spartirsi le poltrone in Rai e ad «accordi sottobanco» sulla giustizia. Il passo indietro di Alfano è stato un messaggio inviato al governo, ma anche ai segretari degli altri due partiti che sostengono l'esecutivo. Il Pdl non avrebbe affatto gradito l'incontro avuto ieri da Casini e Bersani con il Guardasigilli, Paola Severino. Ma ad irritare maggiormente lo stato maggiore del partito sarebbe stata la notizia che Bersani e Casini avrebbero incontrato alti funzionari di Viale Mazzini. Alle critiche piovute subito dal segretario del Pd, Bersani, il Pdl replica: «Di incredibile, anzi di inaccettabile, c'è una cosa sola: quella di voler mutare la ragione fondativa del governo che è quella di impegnarsi sull'emergenza economica, sull'abbattimento del debito, sulla crescita e invece portarlo ad occuparsi di giustizia e di Rai, cioè di questioni che non hanno nulla a che fare con ciò che ha giustificato la nascita di un governo tecnico», sottolinea il capogruppo alla Camera Cicchitto. «Angelino Alfano ha dimostrato ancora una volta che il Pdl non vuole un'agenda di palazzo, centrata sulle priorità dei partiti, ma un'agenda di cose concrete, centrata sui problemi degli italiani, a partire da lavoro, economia, credito, fisco», gli fa eco il portavoce Capezzone. «È irresponsabile non chi non partecipa ai vertici ma chi continua a tirare per la giacca Monti per propri progetti politici. Ma questo governo non doveva occuparsi di economia e di sviluppo?», domanda il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Lo stesso Monti tenta di disinnescare la vicenda: «Per ragioni inerenti ai tre principali partiti e non al governo, il segretario Alfano ha ritenuto di dover annullare la sua partecipazione all'appuntamento convocato su mia iniziativa per questa sera. Non prevedo - assicura ancora il Professore - nessuna conseguenza per l'operatività a breve o medio-lungo di questo governo». Il presidente del Consiglio torna a lanciare un segnale quanto al fatto che «il "lungo" è un aggettivo che limita la sua estensione alla primavera del 2013». Monti ricorda a tutti che «ho, e il governo ha, il Paese ha interesse a un'armoniosa cooperazione tra i tre partiti che hanno finora assicurato un leale sostegno al governo».