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«Pd e Udc non possono piegare il governo ad un loro progetto politico»

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Ammetteràche non è usuale, di questi tempi, vedere il leader di uno dei partiti che sostiene Monti alzare la voce. Non è che ha voluto semplicemente dimostrare che lui è il capo del Pdl? «Alfano è un segretario autorevole che gode del consenso del presidente Berlusconi e di tutta la classe dirigente del partito. Con la sua presa di posizione ha ribadito con forza le ragioni per cui è nato e abbiamo deciso di sostenere il governo Monti. È per quelle ragioni che continueremo a sostenerlo. Se qualcosa di straordinario è accaduto è, semmai, il ritorno al passato di Pd e Udc». Ritorno al passato? «Sono tornati a parlare di temi che non interessano la gent. È la logica della vecchia politica delle poltrone. Ma per noi le priorità sono altre». A dire il vero, la giustizia vi interessa e non poco. «Ma non è lo scopo per cui è nato questo governo. Vogliamo parlare di gustizia? Bene, facciamolo in Parlamento con una sessione speciale. Quanto alle polemiche strumentali sul tema della corruzione, vorrei ricordare che noi siamo stati i primi a depositare un testo». Quindi Alfano ha "rovesciato il tavolo" per difendere Monti? «Sono settimane che l'Udc, più che il Pd, tira il premier per la giacca. Ma una minoranza non può diventare maggioranza politica. Se Udc e Pd vogliono imporre l'agenda si presentino alle urne e se la facciano votare. Io vedo in questo momento due pericoli che potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza dell'esecutivo». Quali? «Da un lato il fatto che un partito, qualsiasi partito, cerchi di piegare Monti ad un proprio progetto politico. Dall'altro quei ministri che usano la maschera dei tecnici per poi lanciarsi nella politica». Pensa al ministro Riccardi? «Capisco perfettamente il disagio e l'iniziativa dei colleghi senatori. Ma stimo il ministro e so che conosce perfettamente il modo migliore per chiudere questa polemica». E sarebbe? «Tutti commettono errori, ma il ministro deve chiedere scusa in maniera chiara. Non può disprezzare chi, con responsabilità, gli permette di svolgere il suo ruolo. Un ministro non può parlare così di chi lo sostiene».Nic. Imb.

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