La Grecia è salva: sì al piano sul debito

L'annuncio ufficiale arriverà questa mattina. Già ieri sera però il governo greco aveva fatto trapelare che le adesioni al concambio del debito di Atene avevano superato la soglia del 75% considerata necessaria per rendere sostenibili i conti pubblici ellenici. La Grecia sarebbe così nelle condizioni di poter ricevere il nuovo piano di aiuti internazionali da 130 miliardi di euro necessari per scongiurare la bancarotta, in vista della fatidica data del 20 marzo, quando il Paese dovrà rimborsare titoli di stato per 14,5 miliardi. I nuovi finanziamenti si aggiungerebbero ai 110 miliardi già versati nell'ambito del primo pacchetto di salvataggio, approvato a maggio 2010. Lo swap, il maggiore della storia, prevede che i creditori privati (banche, compagnie di assicurazione e fondi di investimento) accettino perdite nominali pari al 53,5%, ma pari in termini reali a oltre il 70%, su una montagna di debito del valore di 206 miliardi. La Grecia, che ha un debito complessivo di 350 miliardi, vedrebbe così ridotto a 107 miliardi l'ammontare dei crediti vantati dai privati e dovrebbe così centrare l'obiettivo di un debito al 120,5% del Pil nel 2020. Anche se non mancano le Cassandre. Come Peter Bofinger, consigliere economico del Cancelliere tedesco Angela Merkel, secondo il quale entro i prossimi 12 mesi sarà necessario ristrutturare nuovamente il debito della Grecia. Un segnale importante è arrivato invece dalla Bce, che ha deciso di riaccettare come garanzia sui prestiti i titoli di Stato di Atene. Non solo. I mercati hanno chiuso in positivo e lo spread tra Btp e Bund tedeschi è sceso sotto i 300 punti. A registrare i maggiori guadagni sono state le piazze di Francia e Germania, i cui istituti di credito sono i più esposti ai bond ellenici. Tutto sembra essere pronto quindi perchè i ministri delle Finanze dei 17 Paesi di Eurolandia possano dare luce verde al nuovo intervento nel corso di una teleconferenza prevista per oggi. Il ministro delle Finanze Evanghelos Venizelos ieri sera era molto ottimista e ha espresso la convinzione che la Grecia darà nei fatti la risposta alle Cassandre che hanno cercato di sabotare qualsiasi soluzione. Inoltre ha lasciato aperta la possibilità di un risarcimento alle persone con titoli di Stato tagliati. Sul fronte degli enti previdenziali ellenici (che hanno nelle loro mani titoli di Stato per un totale di 3,3 miliardi di euro), nove di loro hanno accettato di partecipare allo scambio volontario mentre sei hanno rifiutato di partecipare. Il concambio, che verrà concluso in trent'anni, prevede che i creditori ricevano nuovi bond con un valore pari al 31,5% di quelli attualmente detenuti con un tasso del 2% fino al 2015, del 3% fino al 2020 e del 4,3% fino al 2042. Ai privati verranno inoltre girati buoni biennali dell'Efsf che copriranno un altro 15% e obbligazioni legate alla crescita del Pil ellenico. Con l'attivazione delle clausole di azione collettiva (CAC, che rendono di fatto lo swap vincolante per tutti imponendo un'adesione forzata), però, anche gli enti più restii entreranno nel meccanismo del taglio. Venizelos ha accusato i loro Consigli direttivi di sabotare lo scambio «per interessi politici e sindacali». «I titoli di Stato nelle mani degli enti - ha ammonito il ministro - varrebbero zero ormai. Qual è il messaggio che mandiamo agli enti degli altri Paesi?». Una volta partita la ristrutturazione, la troika di creditori internazionali costituita da Ue, Fmi e Bce dovrà dare il via libera al nuovo piano di aiuti. L'istituto di Washington, che non ha ancora stabilito l'ammontare della sua partecipazione, dovrebbe esprimersi in seguito alla riunione convocata ad hoc per il prossimo 15 marzo. Francoforte, da parte sua, ha accettato un concambio sui titoli di stato greci acquistati nel corso della crisi e girerà i profitti che ne deriveranno, pari a diversi miliardi di euro, ai Paesi dell'Eurozona perchè li versino ad Atene in forma di aiuti.   In cambio il governo ellenico ha varato nuove misure di austerità che genereranno risparmi per 3,3 miliardi nel 2012, con tagli a pensioni e retribuzioni minime. Il direttore delle pubbliche relazioni del Fondo Monetario internazionale, Rice, ha sottolineato che il Fondo «ha speranze che il nuovo piano greco funzionerà anche a fronte dei progressi osservati nelle azioni delle autorità di Atene che hanno approvato dure riforme».